Venerdì 25 Ottobre 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Oggi è la Giornata mondiale del pane: operatori preoccupati per l'aumento dei prezzi delle farine

Il cambiamento climatico e le crisi internazionali hanno determinato incrementi del costo del frumento

Pane (Archivio)

Pane (Archivio)

Roma, 16 ottobre 2024 – Celebrata in tutto il mondo oggi, 16 ottobre, in concomitanza con la più nota Giornata mondiale dell’alimentazione e dell’agricoltura, la Giornata internazionale del pane intende rimarcare l’importanza di un alimento che rappresenta tuttora la base della nostra piramide nutrizionale. Secondo i dati rilasciati da Confesercenti, gli italiani consumano mediamente 30 kg di pane pro capite all’anno, che corrispondono a circa 80 grammi al giorno.

Il confronto con il dato del 2019 (31 kg all’anno) mette in evidenza una sostanziale stabilità nei consumi di questo alimento, dimostratosi capace di resistere alle mode e all’impatto delle cosiddette ‘diete no-carb’, che ne demonizzano l'elevato contenuto di carboidrati complessi.

Preoccupa l’aumento delle farine

Tra gli operatori del settore, tuttavia, non mancano le preoccupazioni legate sia alle avversità atmosferiche, sia alle tensioni geopolitiche internazionali: entrambi i fattori, infatti, possono esporre il prodotto a un notevole rischio di incrementi del prezzo, a causa del crollo dell’offerta e del conseguente rialzo dei prezzi della materia prima (il frumento, da cui derivano le farine).

Secondo l’ufficio studi di Confesercenti, il prezzo all’origine del frumento tenero è balzato del +8% dal 2019, ma è soprattutto il prezzo del frumento tenero lavorato (cosiddetto ‘prezzo industriale’) a spaventare: in soli cinque anni, è salito del +46%.

Il timore dei panificatori è più che fondato: a confermarlo, le più recenti quotazioni sui mercati internazionali del frumento, analizzate dagli esperti di Areté - The Agri-food Intelligence Company, società indipendente specializzata nello studio e previsione sui mercati delle materie prime agrifood. Prima di avventurarci nel monitoraggio dei mercati di commodities, tuttavia, è bene ricordare che la produzione di pane richiede principalmente farine di grano tenero. Fanno eccezione solo alcuni pani tipici del sud Italia, come il pane di Altamura e quello di Matera, per i quali ci si avvale di semola di grano duro. Quest’ultima, poi, è largamente utilizzata nella realizzazione di pasta.

In Europa cala l’offerta di frumento tenero

Se, negli ultimi due anni, il trend dei prezzi del frumento – e, più in generale, dei cereali – è stato di costante discesa (ad esempio nel 2023 il frumento tenero ha registrato un -8%, quello duro addirittura un -15%), alcune recenti criticità, dal lato dell’offerta, hanno contribuito a interrompere la parabola discendente. La ragione principale sarebbe, ancora una volta, il cambiamento climatico: le piogge eccessive hanno avuto un impatto, dalla fase di semina alla raccolta, su rese e qualità dei frumenti (tenero e duro) nell’Europa nord-occidentale. In particolare, i dati definitivi sulla qualità del raccolto francese 2024 di frumento tenero, diffusi qualche settimana fa da FranceAgriMer, mostrano l'impatto delle piogge che sono cadute abbondanti fin dal periodo delle semine e ancora sotto raccolta, specialmente nel nord del Paese. Secondo quanto evidenziato da Aretè, risultano particolarmente critici i dati su contenuto proteico e peso specifico del grano: il 26% del raccolto ha un contenuto proteico inferiore all'11% (contro il 15% della media quinquennale); il 35% del raccolto presenta un peso specifico inferiore a 74 kg/hl (10% la media quinquennale).

Buone notizie solo dal Nord America

Le produzioni cerealicole hanno subito forti cali anche nell’area del Mar Nero: i volumi di frumento tenero e mais esportabili da Russia e Ucraina risultano in calo rispetto agli ultimi due anni. Il calo della disponibilità nell’area del Mediterraneo è potenzialmente compensato da produzioni abbondanti in Nord America: Stati Uniti e Canada hanno a disposizione maggiori volumi esportabili di frumento tenero e duro. Resta ancora incerto il ruolo della Turchia sul mercato del frumento duro: dopo esportazioni record nella scorsa campagna e nonostante un raccolto abbondante, il governo turco sta ora dando la precedenza al mercato interno.