Il Leone affila gli artigli in vista della battaglia in assemblea. Nel clima surriscaldato dal tentativo di scalata di Mps su Mediobanca, ieri Generali ha comunicato che il consiglio di amministrazione ha deciso di "non procedere alla presentazione di una lista per il rinnovo dell’organo di gestione della compagnia", alla luce del fatto che "il quadro normativo di riferimento non risulta ancora completo". Anche se non ne fa specifico riferimento, Generali allude al fatto che si attende ancora il regolamento Consob per attuare la nuova disciplina della lista del cda prevista nella Legge Capitali, che ha introdotto una serie di complicanze che alcuni esperti hanno interpretato proprio come un modo per influire sul rinnovo del board di Generali.
Intanto il cda uscente, riunito a Venezia, ha approvato il nuovo piano strategico al 2027 che sarà presentato oggi alla comunità finanziaria. Sarà uno spot per gli azionisti chiamati il prossimo 8 maggio a rinnovare il board. A loro il ceo Philippe Donnet, anch’egli in scadenza, promette una remunerazione più ricca, tra dividendi e buyback.
Le nozze con la francese Natixis, per far nascere un colosso del risparmio gestito da 1.850 miliardi, dovevano essere il fiore all’occhiello del piano, ma ora gli scenari sono cambiati e tutto è tornano in gioco. Non tanto per l’iter autorizzativo con l’incognita del golden power in mano al governo, bensì per il possibile ribaltone che si prefigura, se non già alla prossima assemblea, nell’eventualità in cui abbia successo l’Ops di Montepaschi su Mediobanca. Già nel cda del 20 gennaio scorso ci fu una spaccatura nel board del Leone, dove i membri espressi da Caltagirone e Delfin – Stefano Marsaglia, Flavio Cattaneo e Marina Broggi – avevano votato contro l’alleanza con Natixis.
Gli analisti si aspettano di vedere nel piano triennale continuità con le strategie di quello precedente, con l’acceleratore premuto sia sul ramo Danni sia sul ramo Vita che potrebbe beneficiare dei tassi in discesa. L’altro pilastro dovrebbe essere ancora l’innovazione digitale e tecnologica, con sempre più spazio all’intelligenza artificiale.
Sullo sfondo, lo scontro annunciato nell’assemblea Generali dell’8 maggio tra i soci Mediobanca da una parte e il gruppo di Gaetano Caltagirone e Delfin dall’altra. Nell’attesa, ieri il titolo Generali ha guadagnato lo 0,37% in Borsa, Mediobanca lo 0,44% e Mps ha invertito la direzione di marcia per la prima volta dall’annuncio dell’Ops, chiudendo la seduta a +0,48%.