Domenica 2 Febbraio 2025
Francesca Conti
Economia

Il blitz su Generali: “Operazione finanziaria”. Ma ora Unicredit è decisiva

L’ad Orcel: “Siamo al 4,1% e gestiamo un altro 0,6% per i nostri clienti”. L’istituto sarà l’ago della bilancia nel rinnovo del cda del colosso assicurativo

L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, 61 anni

L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, 61 anni

Milano, 2 febbraio 2025 – L’alfiere Unicredit muove in direzione Trieste e preme l’orologio che dà inizio al turno avversario, puntando dritto al re. Sull’ormai scompigliata scacchiera del panorama bancario nazionale, Piazza Gae Aulenti a sorpresa sale a oltre il 4% del capitale di Generali. L’istituto guidato da Andrea Orcel apre un nuovo fronte nella propria strategia, dopo quelli di Commerzbank e Banco Bpm. Sono tre partite finanziarie di rilievo che mirano, nell’ottica di Unicredit, a rafforzare il proprio ruolo in Italia e soprattutto in Europa, ma sono anche nuovi fili che si intrecciano con altre sfide finanziarie in corso, tra cui l’Ops di Montepaschi su Mediobanca e le mire di Delfin e Caltagirone per il controllo di Generali, a sua volta impegnata a costruire un’alleanza con i francesi di Natixis nel risparmio gestito.

Dopo le anticipazioni del Sole 24 Ore, arriva la conferma: Unicredit fa sapere di detenere una partecipazione di circa il 4,1% nel capitale sociale di Generali, acquisita nel tempo sul mercato. Un "puro investimento finanziario" tramite azioni e derivati, a cui va aggiunto un altro 0,6% che gestisce per conto dei propri clienti. Unicredit "non ha un interesse strategico in Generali" e rimane concentrata sull’esecuzione del proprio piano, così come "sull’offerta di scambio in corso su Banco Bpm e sull’investimento in Commerzbank". Nessuna strategia, almeno ufficialmente. Eppure l’investimento in Generali assume un peso specifico nella battaglia in corso a suon di offerte di pubblico scambio o acquisto.

Secondo alcuni osservatori, Orcel potrebbe volersi posizionare come ago della bilancia tra gli azionisti di Generali, e non si esclude che possa aumentare ulteriormente la propria quota, cercando alleanze strategiche. Un’intesa naturale sarebbe quella con Mediobanca, primo azionista di Generali, impegnata nel braccio di ferro con Mps. Siena è sostenuta da Delfin, la cassaforte di EssiLux, e dall’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, determinati a difendere il Leone. Nel mezzo, il governo ha espresso supporto per l’operazione di Mps su Mediobanca, ma resta incerta la sua posizione sull’operazione Unicredit-Bpm, su cui incombe la minaccia del golden power. Orcel potrebbe decidere di rivedere le sue alleanze, permettendo a Mps di proseguire con l’Opa su Mediobanca per rafforzare il dialogo con il Tesoro e ottenere supporto nelle proprie espansioni in Italia e in Germania.

Non è poi escluso che Unicredit si schieri a fianco di Caltagirone e Delfin nella partita sulla governance di Generali. Entro marzo scadrà il termine per la presentazione delle liste del cda e Mediobanca, con il 13%, potrebbe presentare una propria lista che appoggi il rinnovo del ceo Philippe Donnet. Una lista alternativa potrebbe essere presentata in tandem da Caltagirone (a oltre il 5%) e Delfin (a oltre il 19%).

In questo senso Unicredit potrebbe davvero configurarsi come ago della bilancia. Le partite restano aperte. Con il governo pronto a muovere il suo pezzo più potente, il golden power, lo scacchiere nazionale resta in fermento e nei prossimi mesi potrebbero emergere nuovi sviluppi destinati a cambiare gli equilibri in campo.