Venerdì 26 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Gen Z e lavoro: stipendio al primo posto nella scelta dell’occupazione

Al secondo posto, a pari merito, trovare qualcosa che sia in linea con i propri studi e interessi e il bilanciamento tra vita e lavoro

Il 20% del totale degli assunti in Italia appartiene ormai alla Generazione Z

Il 20% del totale degli assunti in Italia appartiene ormai alla Generazione Z

Roma, 14 ottobre 2023 – Il 20 per cento del totale degli assunti in Italia appartiene ormai alla Generazione Z, che, dunque, è entrata e sta entrando a pieno titolo nel mercato del lavoro. Ed è proprio su questa platea che si concentra Adecco, Agenzia per il lavoro che si occupa di selezione del personale, in una ricerca in partnership Teleperformance, ideatore del progetto InsiderZ, un osservatorio sulla Gen Z, per individuare quali sono i fattori principali nella scelta dell’occupazione. Al primo posto, per distacco, lo stipendio, che raccoglie il 61% delle preferenze. Seguono a pari merito la volontà di fare un lavoro in linea con i propri studi e i propri interessi e il bilanciamento vita-lavoro, entrambi al 32%. Fra gli indicatori che riscuotono meno interesse, a sorpresa, emerge l’attenzione verso il dipendente, che si ferma al 12%. Ancora meno successo l’allineamento fra valori personali e aziendali, l’impegno verso la sostenibilità e l’ambiente, e i benefit aziendali proposti, tutti fermi al 9%. Buone performance ottiene, invece, il capitolo della flessibilità oraria, che è individuato come componente fondamentale per la scelta del lavoro dal 30% della Gen Z. Nonostante lo stipendio sia il motore principale delle scelte, la Gen Z non rinuncia ai propri interessi e alla crescita professionale: ben sei su dieci sono infatti disposti ad accettare uno stipendio più basso per un ruolo gratificante e in linea con gli studi compiuti. Probabilmente anche per questa ragione ben il 74% dei giovanissimi che già lavorano si dichiarano soddisfatti della propria occupazione e ben il 40% afferma di aver proprio trovato il lavoro della vita. Più che sul lavoro, infatti, sembra che sia la ricerca dello stesso a creare preoccupazioni alle giovani generazioni: per il 68% questa ricerca viene effettuata con sentimenti negativi, legati principalmente a preoccupazione (38%), ansia (31%) o rassegnazione (12%). Ma vediamo le differenze che intercorrono fra uomini e donne e fra le diverse aree geografiche.  

Differenze di genere

Sia per gli uomini che per le donne della Gen Z, lo stipendio è il primo fattore determinante nella scelta del lavoro, indicato al primo posto dal 63% dei primi e dal 60% dalle seconde. Le similitudini, tuttavia, finiscono qui. Al secondo posto, infatti, per il 31% degli uomini si trova la tipologia di contratto, mentre per le donne, nel 39% dei casi, la possibilità di fare un lavoro in linea con i propri studi e i propri interessi. Al terzo posto gli uomini della Gen Z mettono nel 29% dei casi la possibilità di fare carriera, mentre le donne il bilanciamento vita-lavoro, al 35%. Alcune altre differenze interessanti si notano nell’importanza che viene data agli aspetti di inclusività in azienda, che per le donne risulta decisamente più importante che per gli uomini, con un 16% vs 10%; e nell’allineamento fra i valori dell’azienda e quelli personali che, invece, risulta più importante per gli uomini, con un 11% vs un 6%.  

Differenze geografiche

Lo stipendio risulta al primo posto in tutta Italia nelle scelte del lavoro per la Gen Z, seppur con alcune differenze: 68% delle preferenze nel Nord Ovest, 55% nel Nord Est, 57% nel Centro, 62% al Sud. Guardando il bilanciamento vita-lavoro, invece, nel Nord Est è un fattore fondamentale per il 34% dei rispondenti alla ricerca, contro il 33% del Nord Ovest, il 28% del Centro e il 31% di Sud e Isole. Sia al Centro che nel Sud e nelle Isole, poi, la Gen Z risulta più attenta verso le tematiche ambientali. L’impegno del datore di lavoro è considerato derimente nel 10% dei casi per entrambe le aree geografiche, che non si discosta molto dal 9% del Nord Est, ma che invece inizia mostrare un gap decisamente più ampio con il Nord Ovest, dove questo aspetto si ferma al 7%. Ma quali sono le conseguenze da trarre da questa impostazione. “L’ingresso sempre più ampio della Gen Z nel mondo del lavoro – spiega Virginia Stagni, Chief Marketing Officer di The Adecco Group – impone alle aziende riflessioni approfondite per comprenderne desideri e aspettative. Le differenze culturali fra le generazioni devono infatti essere analizzate nel profondo, per riuscire a implementare strategie e piani che possano essere efficaci nell’attrarre talenti. Questa ricerca di Adecco, nata proprio per ascoltare la Gen Z, fornisce a recruiter e aziende gli strumenti per comprendere cosa serve realmente per essere attrattivi verso i più giovani e avviare quindi percorsi di brand awareness e recruitment che rendono il mondo aziendale più coinvolgente e interessante per questa nuova generazione”.