Bruxelles, 26 luglio 2022 - Il taglio dei consumi di gas per l'Italia sarà del 7%, fa sapere il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a margine del Consiglio Energia dove è stato raggiunto l'accordo che conferma il taglio del 15%, ma con deroghe per gli Stati in situazioni particolari. Cingolani: "E' la percentuale che avevamo già previsto nel nostro piano". Poi spiega: "Inizialmente era un taglio del 15% uguale per tutti che era un po' complicato da gestire. Adesso è stato specializzato praticamente Paese per Paese". Nel caso dell'Italia "è chiaro che il computo è diverso". Inoltre Cingolani sottolinea: "Dovremo risparmiare circa il 7% rispetto alla media del consumo di gas annuale negli ultimi cinque anni".
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Riguardo al riempimento degli stock di gas dell'Italia, il ministro assicura: "Ha superato il 70%, stiamo andando verso il 71%, quindi direi che stiamo bene". Cingolani prevede che "entro l'inizio dell'inverno saremo quasi indipendenti dalle forniture russe". I 30 miliardi di metri cubi (bcm) tagliati dai russi, garantisce il ministro, saranno rimpiazzati dai 25 trovati da fornitori diversi. Certo che ci saranno dei cambiamenti nella vita di tutti i giorni, spiega Cingolani: "Negli ultimi mesi abbiamo definito dei programmi di diversificazione per essere liberi dalle forniture russe, portando avanti un programma di risparmio del gas: a breve ci sarà una riduzione del riscaldamento residenziale e raffreddamento, sia pubblico che privato".
Anche sul price cap la Commissione Ue si sta impegnando, "sono consapevoli che i prezzi sono diventati altissimi, quindi stanno lavorando e ce l'hanno confermato", ha detto il ministro per la Transizione Ecologica.
Poi Cingolani smentisce le voci di riconversione a carbone di impianti per la produzione di energia elettrica: "Noi non riconvertiamo niente, il nostro piano è già stato fatto a maggio: utilizziamo le nostre centrali a carbone, quelle ancora in funzione un po' più di quello che avremmo previsto". E aggiunge: "Faccio presente che l'impatto ambientale di questo utilizzo è ampiamente compensato dalla crescita delle rinnovabili nei primi sei mesi siamo già a svariati gigawatt. Per cui, insomma, questo è un rischio calcolato. Per altri Paesi forse è un po' diverso".
Accordo Ue
Con un tweet la presidenza ceca del semestre Ue ha annunciato l'intesa al Consiglio Affari Energia: "I ministri hanno raggiunto un accordo politico sulla riduzione della domanda di gas in vista del prossimo inverno". "Gli Stati membri hanno concordato di ridurre la domanda di gas del 15% rispetto al consumo medio degli ultimi cinque anni, tra il 1 agosto 2022 e il 31 marzo 2023, con misure di propria scelta. Tutti i Paesi dell'Ue faranno del loro meglio per raggiungere le riduzioni, il Consiglio ha specificato alcune esenzioni e possibilità per richiedere una deroga all'obiettivo di riduzione obbligatorio, al fine di riflettere le situazioni particolari degli Stati membri e garantire che le riduzioni di gas siano efficaci in aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento nell'Ue", si legge in una nota.
Ma è stato convenuto che gli Stati membri che non sono interconnessi alle reti del gas di altri Stati membri sono esentati dalle riduzioni obbligatorie del gas in quanto non sarebbero in grado di liberare volumi significativi di gasdotti a vantaggio di altri Stati membri. Sono esentati anche gli Stati membri le cui reti elettriche non sono sincronizzate con il sistema elettrico europeo e dipendono fortemente dal gas per la produzione di elettricità.
Gli Stati membri possono richiedere una deroga per adeguare i propri obblighi di riduzione della domanda se dispongono di interconnessioni limitate con altri Stati membri e possono dimostrare che le loro capacità di esportazione di interconnettori o le loro infrastrutture nazionali di Gnl sono utilizzate per reindirizzare al meglio il gas verso altri Stati membri. E possono richiedere una deroga se hanno superato i loro obiettivi di riempimento degli stoccaggi di gas, se sono fortemente dipendenti dal gas o se il loro consumo di gas è aumentato di almeno l'8% nell'ultimo anno rispetto alla media degli ultimi cinque anni.