Senatrice Anna Maria Furlan, da ex segretaria della Cisl che siede sui banchi del Pd, cosa pensa dei 4 referendum sul lavoro approvati dalla Consulta?
"Personalmente ritengo che i due quesiti sull’articolo 18 siano inutili. Intanto sono già stati superati dalle sentenze. Oggi il tema vero si chiama formazione, anche individuale: per creare coesione tra percorsi formativi, professionalità, capacità e competenze, in modo che soprattutto giovani e donne – che restano gli anelli deboli – siano protagonisti e non costretti a subire le grandi trasformazioni delle imprese, come la digitalizzazione e la transizione energetica, che ci auguriamo proceda".
E gli altri due questi sulle responsabilità delle imprese appaltanti e per limitare la liberalizzazione dei contratti a termine?
"La catena infinita dei subappalti genera grandi infortuni e morti sul lavoro. Credo perciò che sia un quesito assolutamente sacrosanto. Sono d’accordo anche che vadano definite le causali per i rinnovi dei contratti a tempo determinato: a ogni provvedimento sul lavoro si allarga la precarietà".
L’aula della Camera sta per esaminare la legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alle attività di impresa. Come valuta testo varato?
"È un legge in attuazione della Costituzione promossa dalla Cisl con oltre 400mila firme, che rappresenta un modo nuovo e diverso di concepire le relazioni industriali e il protagonismo dei lavoratori. In paesi come la Germania ha reso le imprese più competitive e salari più robusti. Purtroppo il testo originale è stato mutilato in modo consistente dalla maggioranza su questioni importanti, come le forme partecipative nelle aziende a partecipazione pubblica e del settore bancario. Così come è stato indebolito il ruolo della contrattazione per le scelte partecipative, affidandole alla volontà esclusiva delle imprese. Ciò detto, mi auguro che sosterremo comunque questa iniziativa popolare anche col nostro voto, perché sfonda finalmente un muro".