di Luca Ravaglia
Il portafoglio pesa più dell’attenzione alla salute, I prezzi di frutta e verdura sono schizzati e i consumi sono crollati. E l’alluvione in Emilia-Romagna, l’orto d’Italia, potrebbe innescare un’ulteriore impennata. Dalle elaborazioni dell’Osservatorio di Mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da GfK Italia emerge che ciascun abitante del Bel Paese ha consumato nei primi tre mesi dell’anno in media 4 chili in meno di frutta e verdure rispetto al 2019 e quasi 2 chili in meno sul 2022. La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si conferma negativa anche nel primo trimestre di quest’anno, con gli acquisti fermi a 1,27 milioni di tonnellate, pari a un decremento sullo stesso periodo del 2022 dell’8%. Il prezzo medio di acquisto nel caso dell’ortofrutta su base trimestrale segna intanto un +8% rispetto al primo trimestre 2022 mentre allungando il confronto a cinque anni, il differenziale aumenta fino al 21%. Nel trimestre sono state acquistate 644 mila tonnellate di frutta, il 10% in meno del 2022, che pure aveva segnato un forte ribasso. Record negativo anche per la spesa di frutta, scesa del 2% con un totale di 1,32 miliardi di euro, nonostante l’aumento del prezzo medio di acquisto, che passa da 1,90 €kg del primo trimestre 2022 a 2,06 €kg. Con 635 mila tonnellate gli ortaggi accusano un -6% sul corrispettivo del 2022 e un -13% a cinque anni. La spesa totale in ortaggi nel periodo è di circa 1,5 miliardi di euro, mentre il prezzo medio sale a 2,06€kg, +8% sul primo trimestre 2022.
E il prossimo futuro, con la grande alluvione che ha colpito la Romagna, uno dei bacini di riferimento in relazione alla produzione di ortofrutta, non promette bene. "In effetti – conferma Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, fiera punto di riferimento internazionale del settore – il quadro non è buono, soprattutto perché parliamo di un trend che si sta radicando. Certo l’alluvione in Romagna è un fatto epocale, ma al di là di quella, gli eventi atmosferici di forte impatto sulle colture sono molto più frequenti rispetto al passato. Restando all’attualità, cito ciliegie e albicocche, che sono state decimate. Serve prenderne atto e ripensare il sistema dell’agricoltura: dotare i terreni di reti protettive contro grandine e insetti, tanto per fare alcuni esempi, potrebbe stabilizzare le produzioni e i prezzi, rilanciando dunque i consumi".