Un aiuto in più ai genitori con figli a carico e che sono inquadrati come lavoratori dipendenti nel settore privato. E’ a loro infatti che guarda la disposizione inserita dal Governo nel Decreto Lavoro fresco di conversione in legge e relativa ai fringe benefit, che per quest’anno saranno resi esenti dalle imposizioni fiscali e contributive fino al raggiungimento del tetto dei 3.000 euro.
Cosa sono i fringe benefit
Il riferimento è ai compensi in forma non monetaria riconosciuti dal datore di lavoro ai propri dipendenti attraverso la messa a disposizione di particolari beni o servizi: voucher per acquisti online, nei negozi, benzina oppure rimborsi di bollette, rette dell’asilo ecc.
Vista dal punto di vista dell’imprenditore, il principale vantaggio che spinge un’azienda ad adottare questa soluzione riguarda la possibilità di diminuire il carico contributivo e fiscale rispetto a quello che si sarebbe invece dovuto versare col normale riconoscimento di compensi monetari. Che ovviamente restano e riguardano la fetta preponderante della busta paga, ma che appunto possono essere integrati da questa ulteriore forma di pagamento.
Sostegno ai genitori
La novità introdotta riguarda mamme e papà con figli a carico, anche se nati fuori dal matrimonio ma in ogni caso riconosciuti: per loro infatti è stato stabilito l’innalzamento del tetto dei fringe benefit esenti da contribuzione, passato dalla soglia ordinaria di 258,23 euro (che rimane valida per i lavoratori senza prole) fino a tremila euro, oltre dieci volte in più. Nel caso in cui i figli a carico percepiscano un reddito, questo deve essere inferiore ai 4.000 euro nel caso in cui i giovani abbiano meno di 24 anni. Per i maggiori di quell’età la soglia reddituale scende invece a 2.840 euro.
I beneficiari
Secondo le stime effettuate dal Sole 24 Ore, più di un lavoratore su tre che opera nel settore privato (il 35%, pari a 5 milioni e 800.000 persone potenzialmente coinvolte) potrebbe beneficiare del vantaggio. Il condizionale resta comunque d’obbligo perché c’è poi da vedere in concreto quante e quali aziende potranno arrivare a offrire questi benefit esentasse fino a 3.000 euro. Ed è comunque importante ricordare che questa opportunità non riguarda il settore pubblico.
Come utilizzare i fringe benefit
E’ facile pensare che non ci siano particolari vincoli legati all’utilizzo, perché nel caso in cui vengano assegnati per esempio dei buoni, questi potrebbero essere impiegati per qualsiasi genere di acquisto.
Disparità in vista
L’intento è quello di sostenere la genitorialità in un momento storico nel quale le nascite in Italia sono al minimo storico: dopo i numeri in picchiata del 2022, anche i primi mesi di quest’anno stanno segnando una ulteriore riduzione delle nascite. In campo non c’è ovviamente solo questa misura (su tutto spicca per esempio l’assegno unico per chi ha figli a carico), ma in ogni caso il provvedimento sembra destinato a far discutere. Almeno per due ragioni. La prima è che non è previsto un limite di reddito per accedere all’agevolazione, il che vuol dire che anche le fasce dirigenziali potranno beneficiarne allo stesso modo di chi percepisce redditi decisamente più bassi; il secondo è che (il sempre più vasto) popolo di chi non ha figli potrebbe lamentare crescenti disparità.