Sabato 31 Agosto 2024
SANDRO NERI
Economia

Frena la domanda di mutui e prestiti. Patuelli: "I tassi sono già scesi"

L’analisi di Bankitalia e Bce. Il presidente dell’Abi: "Nessun credit crunch, le famiglie preferiscono aspettare"

Frena la domanda di mutui e prestiti. Patuelli: "I tassi sono già scesi"

Frena la domanda di mutui e prestiti. Patuelli: "I tassi sono già scesi"

È fissata per domani la nuova riunione della Bce, che non porterà però ad alcun taglio dei tassi. Decisione al momento attesa per l’inizio dell’estate. Ma, stando proprio alle ultime rilevazioni della Banca centrale europea, per la prima volta dal 2021, tutta l’eurozona allenta i criteri per la concessione di mutui alle famiglie. Con uno scenario ancora migliore in Italia, dove "i tassi di mercato, quelli applicati dalle banche ai clienti, sono già scesi, in anticipo sulle decisioni della Bce", come precisa Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l’associazione che raccoglie tutte le banche che operano in Italia. Nella sua rilevazione trimestrale, però, la Bce precisa come le banche abbiano continuato a inasprire i criteri sui prestiti al consumo e come, complessivamente, il primo trimestre abbia visto una nuova stretta netta sugli standard di concessione del credito (pari al 3%). Inasprimento comunque più mite del previsto (era attesa una quota netta restrittiva del 9%). In linea con questi dati, quelli forniti da Bankitalia, che parlano di un calo nella domanda dei mutui da parte di famiglie e imprese. "Non sono le banche a negare i mutui – sottolinea Patuelli – non c’è credit crunch. C’è, invece, una situazione già più favorevole per chi volesse investire".

Se i tassi calano perché la domanda di mutui scende?

"Per effetto di una più matura oculatezza da parte delle famiglie. Quando i tassi erano vicini allo zero chi aveva risparmi investiti poteva ritenere conveniente non vendere l’investimento finanziario e sottoscrivere un mutuo a un tasso uguale o inferiore al rendimento di quanto investito. Adesso, invece, alla sottoscrizione di un mutuo agli attuali tassi è spesso preferibile vendere gli investimenti maturati. Questa tendenza trova riscontro sia nei dati macro di Bankitalia che in quelli dell’Abi: non è che le banche non facciano prestiti, è il cavallo che non vuol bere. E vale anche per le imprese".

Il motivo?

"L’aspettativa diffusa di un’imminente riduzione dei tassi da parte della Bce. La convinzione, cioè, che si possa accedere presto a prestiti dal costo più contenuto. Ma in realtà in Italia i tassi di mercato sono già scesi: l’Irs a 10 anni, molto utilizzato per i mutui, nei primi giorni di aprile è ridotto al 2,68%, mentre lo stesso Btp a dieci anni, molto importante non solo per le emissioni dello Stato, ma anche per le competitive proposte delle banche per depositi di durata prestabilita, è sceso attorno al 3,8%".

L’indagine trimestrale della Bce registra un’apertura di credito da parte delle banche dell’eurozona.

"Stando al sondaggio, almeno il 6% delle banche vigilate ha allentato i criteri dei mutui. Lo stesso risulta alla Banca d’Italia: le banche stanno andando incontro ai clienti nel concedere prestiti".

Il taglio dei tassi della Bce è atteso per luglio. Giusto aspettare quella data prima di prendere decisioni?

"Bisogna vedere se dopo le scelte della Bce i tassi si riduranno ulteriormente. Questi meccanismi non sono automatici. È il mercato a fare la differenza. E in questi mesi ha ridotto i tassi senza attendere Francoforte".