Sabato 16 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Fondi pensione e Tfr: i numeri della previdenza complementare in Italia

La Lega propone di inserire nella prossima manovra una quota obbligatoria del 25% da destinare ai fondi pensione, ecco qual è la situazione attuale nel nostro Paese

Nel 2023 le forme complementari hanno totalizzato 9,6 milioni di iscritti in Italia

Nel 2023 le forme complementari hanno totalizzato 9,6 milioni di iscritti in Italia

Roma, 31 agosto 2024 – Nei giorni in cui si è aperto di nuovo il capitolo sulla previdenza complementare con la proposta della Lega di inserire nella manovra la previsione di una quota obbligatoria del 25 per cento da destinare ai fondi pensione, vale la pena fare un punto sullo stato di salute del secondo pilastro della previdenza italiana.

Nel 2023 le forme complementari hanno totalizzato 9,6 milioni di iscritti, il 3,7 per cento in più rispetto all’anno precedente, ma gli iscritti ai fondi negoziali sono 3,9 milioni. Le adesioni sono cresciute anche nel settore del pubblico impiego attraverso il meccanismo del silenzio-assenso introdotto per i lavoratori di nuova assunzione dal 2019. Necessario evidenziare come il 47,8 per cento degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni e il 32,9 per cento ha almeno 55 anni. La percentuale degli iscritti al di sotto dei 35 anni è del 19,3 per cento. I contributi versati rispecchiano purtroppo le differenze strutturali del nostro mercato del lavoro, con contribuzioni medie al Nord che sfiorano i 3.000 euro l’anno, il doppio rispetto a molte regioni del Mezzogiorno.

Rispetto alle uscite rileviamo come oltre il 90% degli iscritti chiede anticipazioni durante il periodo lavorativo. Le anticipazioni nel 2023 sono risultate pari a 2,5 miliardi di euro, in aumento di 188 milioni rispetto al 2022. Di questi, 962 milioni sono stati richiesti da aderenti ai fondi negoziali e 853 da iscritti ai fondi preesistenti. Tra le causali, spiccano quella per motivi non riconducibili a una specifica fattispecie, 1,3 miliardi in totale per un importo medio di 8.700 euro e quella per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa di abitazione, con erogazioni di 1,1 miliardi di euro e un importo medio di 30.000 euro. Vediamo quindi come di fatto oggi la previdenza complementare non risponda alle finalità individuate dal decreto legislativo 252/2005 e per le quali è nata e l’istituto è comunque poco conosciuto e utilizzato nonostante “semestri bianchi” e qualche timida campagna promozionale.