Giovedì 26 Settembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Fondi pensione, 10 milioni di iscritti. Salgono i rendimenti: battono i tfr

Andamento positivo ma restano i nodi. Pochi i giovani e le donne, la Covip: servono sconti fiscali

Fondi pensione, 10 milioni di iscritti. Salgono i rendimenti: battono i tfr

Fondi pensione, 10 milioni di iscritti. Salgono i rendimenti: battono i tfr

Roma, 20 giugno 2024 – Il tavolo sulla riforma delle pensioni, avviato ormai da mesi dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, continua a segnare il passo, in attesa di conoscere i margini finanziari per i nuovi ritocchi sull’età per lasciare il lavoro. A partire dalla conferma, sempre più probabile, di quota 103 anche nel 2025. Nel frattempo, però, fa qualche passo avanti il cosiddetto terzo pilastro del sistema, la cosiddetta "previdenza integrativa", con un aumento costante degli iscritti, che ormai hanno superato la quota dei 10 milioni.

Ma non basta. Perché le performance dei fondi pensione hanno battuto anche quelle del più diretto concorrente, ovvero il Tfr lasciato in azienda, con rendimenti che salgono anche oltre il 10%. Restano però da accelerare sulla strada della "inclusione previdenziale" convincendo soprattutto i più giovani ad avviare per tempo il percorso della pensione complementare. È un quadro con luci e ombre quello che tracciato nella relazione annuale della Covip, l’Authority che vigila sui fondi pensione. Con un patrimonio delle casse salito a 114,3 miliardi di euro dai 103,8 dell’anno precedente, il 2023 ha visto la dinamica positiva dei mercati finanziari riflettersi anche sui rendimenti di tutte le tipologie di linee di investimento. I comparti azionari hanno registrato le performance migliori, con rendimenti nell’anno in media pari al 10,2% nei fondi negoziali, all’11,3% nei fondi aperti e all’11,5% nei Pip. Anche i comparti obbligazionari hanno registrato rendimenti positivi. E nei 10 anni da fine 2013 a fine 2023 i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,2 e il 4,5%, superiori perciò anche al tasso di rivalutazione del Tfr, che nel decennio è stato pari al 2,4%. Ma pesano le assenze delle donne, degli under 35 e dei lavoratori del Sud.

Negativo anche il gap generazionale: gli iscritti sono infatti prevalentemente concentrati nelle classi intermedie e più prossime al pensionamento. Il 47,8% degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni. La Covip sottolinea che "la sfida dell’inclusione previdenziale è di cruciale importanza. E sottolinea che "un insieme di interventi dovrebbe aiutare la capacità contributiva delle persone meno forti, attraverso una rimodulazione dei benefici fiscali".