Domenica 22 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Cartelle esattoriali: verso la proroga. Fisco, più incassi

Potrebbe essere esteso di altri due mesi. Nei contenziosi lo Stato perde una volta su tre

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, 68 anni, ex direttore generale di Bankitalia

Buone notizie per i contribuenti: potrebbero trascorrere l’estate senza l’incubo di ricevere nella casella posta o sulla Pec le cartelle esattoriali. Prende sempre più quota, infatti, l’ipotesi di prorogare per altri due mesi l’attuale blocco, almeno fino a settembre. Ma c’è anche chi azzarda, soprattutto nel partito della Lega, un’estensione a tutto il 2021.

Ieri, a gettare il sasso, è stato il leader del carroccio, Matteo Salvini, che ha confermato l’intenzione del governo di evitare l’invio di circa 160 milioni di cartelle a oltre 18 milioni di italiani: "Contiamo di ottenere lo stop fino a settembre, per poi passare alla rottamazione e alla rateizzazione", ha annunciato.

In effetti, se non cambieranno le regole, dal 2 agosto arriveranno a scadenza le 16 rate della rottamazione ter che sono state fino ad oggi congelate. Gli importi dovrebbero essere scaglionati su cinque mesi. Anche se nell’esecutivo si sta anche valutando l’ipotesi di un maggiore allungamento dei tempi, fino ad un massimo di 20 rate quadrimestrali.

Tutto dipenderà, ovviamente, dalle coperture finanziarie a disposizione del Ministero dell’Economia. I conti saranno pronti nelle prossime settimane. Ma, nel frattempo, i dati diffusi ieri da via Venti Settembre, non sono per niente negativi. Nei primi quattro mesi dell’anno, infatti, le entrate tributarie e contributive sono aumentare del 4,4% (quasi 9 miliardi di euro in più) rispetto allo stesso periodo del 2020. In compenso, anche per effetto delle misure di emergenza decise durante la pandemia, sono aumentate anche le liti tributarie pendenti: +2,8%.

Tutta colpa, spiegano al Mef, della sospensione delle attività "definitorie" disposte nel periodo più duro della pandemia, quando molti uffici sono rimasti chiusi per contenere il contagio. Ma il virus ha avuto anche l’effetto opposto, quello di far calare del 20% il numero delle controversie presentate alla commissioni tributarie: l’anno scorso si sono fermate a quota 151.317. In netto calo (-37,8%) anche le liti definite. Resta il fatto che, per lo Stato, non è quasi mai un affare arrivare in tribunale. Infatti, quasi una volta su tre, ad avere ragione sono i contribuenti. I verdetti a favore dei cittadini, infatti, si attestano sul 27,4% nel primo grado di giudizio e volano addirittura al 30,8% nel secondo grado. Per quanto riguarda i ricorsi si registra, infine, un calo del 23% per quelli nel primo grado e del 9% degli appelli.

Entro fine mese, infine, dovrebbe essere presentata una prima ipotesi di riforma fiscale. Le Commissione finanze di Senato e Camera potrebbero presentare un primo documento di sintesi delle proposte presentate dai partiti già in serata. Un documento sul quale, poi, sarà avviata la discussione fra i partiti.