Domenica 30 Marzo 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Fisco, crediti non riscossi per 1.300 miliardi

Una montagna di imposte e cartelle non pagate grava per oltre 1.300 miliardi sulle spalle di 21,8 milioni di contribuenti....

Giovanni Spalletta, direttore Finanze Mef

Giovanni Spalletta, direttore Finanze Mef

Una montagna di imposte e cartelle non pagate grava per oltre 1.300 miliardi sulle spalle di 21,8 milioni di contribuenti. Sono i numeri da allarme rosso denunciati dai tecnici di Mef, Ufficio Parlamentare di Bilancio e Corte dei Conti presso la commissione Finanze del Senato. Numeri che portano anche a un’inevitabile conclusione: le difficoltà del fisco a incassare un arretrato più che ventennale sono anche la conseguenza di quella continua rincorsa a sanatorie e rottamazioni che, di fatto, scoraggia i cittadini a mettersi in regola, in attesa di nuovi condoni.

Una sorta di pietra tombale anche sull’ipotesi della quinta edizione della "rottamazione" delle cartelle, fortemente caldeggiata dalla Lega (e, in parte, da Forza Italia) ma sonoramente bocciata da via Venti Settembre per problemi di copertura. Del resto, con la mole di crediti fiscali accumulata dallo Stato c’è poco da scherzare. Al 31 gennaio, spiega il presidente della commissione di analisi sul magazzino, Roberto Benedetti, il valore residuo dei carichi affidati dal 2000 al 2024 all’Agenzia delle Entrate-Riscossione ammonta a circa 1.272,90 miliard. Si tratta di crediti non sempre facilmente riscuotibili, come le cartelle di modesto valore (una su 4 è inferiore ai 100 euro).

Poi ci sono gli oltre 537 miliardi di crediti inesigibili, relativi a soggetti interessati da procedure concorsuali, persone decedute, imprese cessate, nullatenenti o contribuenti già sottoposti ad azione cautelare. La mole aggredibile è costituita dai 567,85 miliardi di crediti riscuotibili, cui si potrebbero aggiungere altri 167,31 miliardi di crediti incerti, con "profilo di riscuotibilità non determinabile". Anche se, secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la somma effettivamente incassabile non supera i 180 miliardi pari al "55,4% del carico totale affidato e all’8% di quello residuo contabile", osserva l’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

Non mancano critiche anche dalla Corte dei Conti, che punta il dito sui fenomeni di "inadempimento, potenzialmente alimentati dalle ripetute rottamazioni, annullamenti, stralci e dilazioni". L’ennesima proposta di rottamazione finisce anche nel mirino del Mef: la rateazione in dieci anni e il fatto che si applichi anche ai carichi dal 2000 al 2022 "comportano inevitabili riflessi sui conti pubblici", avverte il direttore delle Finanze del Mef Giovanni Spalletta.

Antonio Troise