Lunedì 23 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

La Manovra: il Fisco potrà accedere ai conti correnti, pignoramenti più veloci. Nuova stangata Superbonus

Svolta nella manovra: lo Stato potrà consultare direttamente i depositi bancari e postali. Aumentano le tasse per chi rivende la casa appena ristrutturata con l’incentivo al 110%

Roma, 26 ottobre 2023 – Il Fisco potrà allungare il suo sguardo sui nostri conti correnti per conoscerne i saldi ed effettuare pignoramenti "mirati" e non più alla cieca come avviene oggi. Raddoppiano anche le tasse sui capitali depositati nei paradisi fiscali mentre aumentano le tasse per chi rivende la casa appena ristrutturata anche grazie al contributo del Superbonus 110%. Sono le novità che emergono dall’ultima bozza della legge di Bilancio in circolazione. Manca ancora il testo definitivo, che in queste ore è ancora all’esame della Ragioneria del Mef per la cosiddetta "bollinatura", ovvero la verifica di tutte le coperture previste dalle norme. Ma andiamo con ordine.

Recupero crediti direttamente nei conti correnti degli italiani
Recupero crediti direttamente nei conti correnti degli italiani

Pignoramenti mirati

Cambiano le regole dei pignoramenti dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate. In effetti, si tratta di una delle norme contenute nel capitolo della manovra dedicata alla lotta contro l’evasione fiscale. La misura consente al Fisco di mettere il naso nei conti correnti e avere l’accesso diretto alle informazioni relative alle disponibilità delle somme in giacenza.

Fino a ora, per la verità, il meccanismo era molto più invasivo: l’Agenzia di fatto poteva bloccare tutti i conti, con il risultato, per il contribuente "insolvente", di non poter più effettuare alcuna operazione, a prescindere dall’effettiva disponibilità di pagare le somme dovute. Come a dire, un’operazione alla cieca. Ora, invece, il pignoramento dei conti correnti, in caso di cartelle non pagate, diventa più mirato: il Fisco potrà accedere non solo all’elenco dei conti correnti intestati al debitore, senza conoscere l’ammontare esatto delle cifre depositate, ma ai saldi e alle disponibilità giacenti presso gli istituti di credito, le Poste o sulle sulle carte di credito.

In questa maniera può, ad esempio, emettere un provvedimento mirato, con l’obiettivo di coprire solo la cifre effettivamente evasa da parte del contribuente e lasciare l’operatività sugli altri depositi bancari.

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Le nuove procedure

Una volta individuate le giacenze sui conti correnti, l’Agenzia invia una notifica di pagamento direttamente all’istituto di credito o alle Poste, per riscuotere la cifra dovuta. Le modalità saranno definite nei prossimi mesi con un decreto del Mef. Per rispettare la privacy, le modalità operative saranno concordate con l’Associazione Bancaria Italiana, Poste Italiane, l’Associazione Italiana dei Prestatori Servizi di Pagamento e il Garante per la protezione dei dati personali, "anche ai fini dell’adozione, da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, di idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo".

Addio carta, recuperi sprint

Ma non basta. Con la manovra diventano anche più rapidi i tempi per il recupero delle somme evase, in quanto tutto il procedimento avverrà per via telematica. Per evitare, inoltre, compensazioni con crediti fiscali inesistenti arriva l’obbligo, per tutti i contribuenti, di utilizzare esclusivamente i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate per pagare le imposte in tutti i casi in cui queste vengano compensate con crediti vantati. Le Entrate in questo modo avranno la possibilità di verificare più in fretta se i crediti esistono davvero. Oggi, invece, quest’obbligo è previsto solo quando il modello F24 prevede un saldo zero tra imposte dovute e crediti compensati, mentre negli altri casi è possibile utilizzare anche l’home banking. Le nuove norme scatteranno dal 1° luglio prossimo.

Stangata per chi rivende le case del Superbonus

Arriva la scure del Fisco sui guadagni realizzati dalla vendita di immobili ristrutturati con il Superbonus. Fatta salva la prima casa (e gli immobili ereditati), chi vende l’appartamento ristrutturato prima di cinque anni dal termine dei lavori dovrà pagare le tasse su tutto il guadagno realizzato se ha optato per sconto in fattura o la cessione del credito. La misura scatterà sulle compravendite effettuate a partire dal 1° gennaio del prossimo anno.

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