Oltre 400, per l’esattezza 422, dipendenti mandati a casa con una mail. A Firenze la multinazionale Gkn Driveline ha chiuso lo stabilimento di Campi Bisenzio e ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i propri lavoratori.
Si riapre dunque la polemica sullo sblocco dei licenziamenti, ma per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi (nella foto), tutto ciò è inutile. "L’avviso comune" tra parti sociali e Governo "prevede – sottolinea il presidente degli industriali – una raccomandazione ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili" prima di arrivare ai licenziamenti. "Le aziende che stanno procedendo a chiusure potevano licenziare anche prima". E dunque, "chi vuole strumentalizzare questi argomenti vuole solo fare polemiche", conclude il leader degli industriali.
Tuttavia, non la pensa ugualmente la stessa Confindustria di Firenze, che "preso atto della procedura di licenziamento collettivo aperta in totale autonomia da Gkn Driveline", spiega che "non aveva avuto alcuna informazione" e che quindi "prende le distanze" dalle modalità con cui si è arrivati ai licenziamenti.
I politici locali si ribellano. Il governatore toscano Eugenio Giani sottolinea la "gravità inaudita" dell’accaduto. Il primo cittadino di Firenze Dario Nardella parla di "scandalo nazionale" e annuncia una staffetta dei 41 sindaci del Fiorentino davanti allo stabilimento. Anche la Lega si schiera contro la chiusura: "Inaccettabile atteggiamento nei confronti dei lavoratori". Così affermano il deputato Mario Lolini e la consigliera regionale Elisa Tozzi.