"BRUTALMENTE REALISTICI". Così bisogna essere di fronte allo scenario ambientale che ci troviamo all’orizzonte, caratterizzato dai cambiamenti climatici e dai crescenti squilibri nell’ecosistema. È questo uno dei messaggi principali emersi dalla seconda edizione dell’Esg Day di UniCredit, che il 14 novembre ha visto la partecipazione di 13mila persone, sia online, sia in presenza in dieci diverse sedi europee della banca. L’appuntamento aveva come titolo “A challenged future: choosing the path ahead“ (un futuro sfidante, scegliere la strada da percorrere) e ha visto la partecipazione di molti clienti, dipendenti, partner e altri stakeholder di UniCredit oltre a un nutrito parterre di esperti Esg. Con quest’ultima espressione (acronimo delle parole inglesi environment, social and governance) si intende quel vasto insieme di tematiche e problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente, alla responsabilità sociale e alla trasparenza della governance delle imprese. L’Esg Day di UniCredit si è articolato in tre panel di dibattiti e discussioni più un’intervista congiunta, tutti condotti e moderati da Silvia Berzoni, giornalista dell’emittente Cnbc. Tra i partecipanti anche il ceo ed head of Italy di UniCredit, Andrea Orcel, assieme a Fiona Melrose, head of Group Strategy & Esg in UniCredit.
Sono intervenuti, con un discorso di apertura dell’Esg Day, anche Dieter Helm, professore di Politica Economica all’Università di Oxford e i filosofi Andrea Colamedici e Maura Gancitano, fondatori del Progetto Tlon, dedicato alla ricerca culturale e filosofica. Colamedici e Gancitano hanno ripreso il tema del “cathedral thinking“ (pensiero della cattedrale) trattato nella precedente edizione dell’Esg Day. Si tratta di una visione del mondo che si traduce concretamente nel saper impostare adesso le fondamenta del futuro, anche se saranno le prossime generazioni e non quelle presenti a trarne beneficio. I fondatori del Progetto Tlon hanno però invitato ad adottare anche "una mentalità da giardiniere", che consiste nel comprendere che tutto è interconnesso e che ogni azione ha conseguenze a lungo termine. È dunque fondamentale abbandonare l’idea di controllare la natura, passando invece a una logica di collaborazione con essa. La necessità di essere brutalmente realistici è emersa durante l’evento di UniCredit partendo da una constatazione. Nel lontano 1987, vi fu la pubblicazione del Rapporto Brundtland che metteva in luce la necessità di uno sviluppo sostenibile capace di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere le generazioni future. A distanza di quasi 40 anni da allora, l’economia globale dipende ancora dai combustibili fossili per circa l’80%, una quota che va applicata tra l’altro a una domanda energetica mondiale in costante crescita. Questo scenario, che pone problemi notevoli sul fronte ambientale, è accompagnato da continuo degrado della biodiversità e dei pozzi di assorbimento del carbonio.
La prima sessione dei tre panel di discussione, dal titolo "Il dilemma sociale: come il cambiamento climatico e la tecnologia stanno rimodellando la società?", ha riconosciuto la componente sociale come leva fondamentale per una transizione giusta ed equa verso un’economia più sostenibile. Le aziende, in questo contesto, devono definire valori ecologici chiari che riflettano quelli dei loro lavoratori. Successivamente, nella sessione intitolata "Un gioco a somma zero? Risolvere i trade-off della sostenibilità" è stata messa in luce la necessità di gestire interessi contrastanti nella transizione, con azioni significative che spesso richiedono un delicato equilibrio tra questioni ambientali, sociali e di biodiversità. Non esiste una soluzione unica per questa complessa situazione; le aziende dovranno adottare dunque un approccio sfaccettato. Come hanno sottolineato i panelist, è importante essere realistici su ciò che viene sacrificato e per quale scopo. La sessione finale, dell’Esg Day, intitolata "Il cammino da percorrere: dalla responsabilità alla capacità di rispondere", si è concentrata sui passi pratici da compiere fronte a queste sfide, evidenziando l’importanza di stabilire modelli e approcci alternativi per promuovere modi più sostenibili di fare impresa. Tra gli esempi, sono stati citati fornitori di servizi in grado di tracciare i comportamenti dei consumatori e offrire incentivi come prezzi migliori a chi adotta pratiche sostenibili. Un approccio simile potrebbe essere applicato agli investitori, premiando con migliori rendimenti gli investitori che contribuiscono agli obiettivi di sostenibilità delle aziende.
Commentando l’Esg Day, Fiona Melros (nella foto in alto) e, ha dichiarato: "Il percorso verso la transizione non è lineare; è costellato di complessità e compromessi. Ma è un cammino che percorriamo tutti insieme. Per questo è stato così stimolante avere una sala piena di clienti durante il nostro secondo Esg Day, affrontando domande difficili e aggiungendo valore attraverso la condivisione di azioni concrete che tutti possiamo intraprendere. Dobbiamo essere realistici riguardo allo scenario complesso che ci attende, ma questo non significa che non possiamo essere ottimisti: la sostenibilità e la transizione ambientale ci offrono infatti l’opportunità di ripensare il nostro modo di agire".