Lunedì 20 Gennaio 2025
ANDREA TELARA
Finanza e Risparmio

Trump buono o cattivo?. I mercati guardano agli Usa

BUONO O CATTIVO? È il dilemma che oggi si pongono ancora molti esponenti della comunità finanziaria riguardo agli effetti sull’economia...

BUONO O CATTIVO? È il dilemma che oggi si pongono ancora molti esponenti della comunità finanziaria riguardo agli effetti sull’economia...

BUONO O CATTIVO? È il dilemma che oggi si pongono ancora molti esponenti della comunità finanziaria riguardo agli effetti sull’economia...

BUONO O CATTIVO? È il dilemma che oggi si pongono ancora molti esponenti della comunità finanziaria riguardo agli effetti sull’economia e sui mercati della politica di Donald Trump, il neo presidente degli Stati Uniti che inizia ufficialmente il suo mandato a partire dal 20 gennaio 2025. Le conseguenze del nuovo corso alla Casa Bianca sono state analizzate nelle scorse settimane dagli strategist della società di gestione del risparmio Pictet Asset Management. "Dalla sua elezione, gli investitori hanno ampiamente prezzato un Trump buono", hanno scritto in un commento gli esperti di Pictet AM. "In altre parole, gli investitori si sono concentrati sugli elementi positivi delle sue promesse politiche, come la riduzione delle tasse e la deregolamentazione, sottovalutando il rischio di implementazione totale di una tariffa del 60% sulle importazioni cinesi, di una tariffa del 20% sulle importazioni dal resto del mondo e di politiche draconiane anti-immigrazione.

Notevoli, secondo Pictet AM sarebbero invece i danni economici causati negli Stati Uniti e all’estero da un Trump "cattivo", cioè impegnato nell’attuazione a pieno regime nel suo primo anno di mandato di tutte le politiche negative per il mercato. Secondo le stime del Congressional Budget Office, gli Stati Uniti hanno infatti un debito pubblico pari al 100% del Pil, che salirebbe al 143% in 10 anni se venissero attuate fino in fondo le politiche del nuovo presidente. Il deficit statunitense sta crescendo da un livello già elevato del 6% al 9% del Pil: uno dei più alti al mondo. "Questi dati sono insostenibili e potrebbero influire sul sentiment del mercato", scrivono gli strategist di Pictet AM, che aggiungono: "La probabilità che Trump scateni una recessione è, secondo le nostre stime, del 15%, con un’ulteriore probabilità del 25% che il suo programma fiscale e l’espansione del deficit diano il via a uno shock inflazionistico, con un aumento della volatilità derivante da una guerra commerciale". Tuttavia, lo scenario di base delineato da Pictet AM, che la casa di gestione stima probabile al 40%, è che Trump implementi solo in parte le sue politiche. In questo caso, i tagli alle tasse bilancerebbero gli effetti tariffe, consentendo all’economia di continuare a crescere.

Nel miglior scenario possibile, che Pictet stima probabile al 20%, i tagli fiscali trumpiani e l’aumento della produttività, grazie a deregolamentazione e innovazione tecnologica, permetterebbero all’economia di crescere ben al di sopra del suo trend, mentre l’inflazione scenderebbe al di sotto del 2%, consentendo alla Federal Reserve di rimanere "colomba", cioè di attuare una politica monetaria espansiva con il taglio dei tassi di interesse. Il che rafforzerebbe naturalmente l’andamento generalmente positivo dell’economia globale e l’orientamento delle altre banche centrali mondiali verso l’allentamento del costo del denaro. Per quel che riguarda le strategie di investimento, Pictet AM continua a preferire i mercati d’oltreocano poiché prevede una sovraperformance delle azioni americane. L’economia statunitense continua infatti a viaggiare più spedita rispetto a ogni altro grande paese sviluppato (anche se il divario è destinato a ridursi nel 2025). Pure gli utili societari statunitensi crescono a un ritmo più rapido rispetto al resto delle nazioni industrializzate e la continua spinta all’adozione dell’intelligenza artificiale favorisce un ecosistema Usa-centrico. Con questo scenario di fondo, i tagli fiscali e le misure di deregolamentazione che ci si attende dall’amministrazione di Trump dovrebbero dare un impulso significativo ai bilanci societari.