COME CREARE una sanità migliore nel nostro paese, grazie all’innovazione digitale e puntando sull’integrazione tra pubblico e privato. È uno dei temi centrali della ricerca che il Censis e l’associazione italiadecide hanno presentato il 27 novembre scorso, presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani a Roma.
L’indagine si intitola “Il sistema della salute in Italia” ed è stata realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo per approfondire le dinamiche in corso nel settore salute e suggerire possibili interventi. Numerosi gli spunti emersi nelle presentazioni di alcune personalità come Anna Finocchiaro, presidente di Italiadecide, Giorgio De Rita, segretario generale del Censis e Massimiliano Dalla Via, amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo Protezione.
Prendendo spunto dallo studio sono stati analizzati i processi che stanno modificando il sistema sanitario nazionale, in particolare il finanziamento e il sotto-finanziamento della sanità, la carenza di personale, la necessità di una collaborazione virtuosa fra attori pubblici, privati e del terzo settore.
È stato affrontato, quindi, il tema dell’evoluzione demografica, economica, sociale e della digitalizzazione dei servizi sanitari, considerata un’opportunità per facilitare la transizione verso un servizio di prossimità e per valorizzare il potenziale di innovazione della medicina attraverso l’utilizzo corretto dei dati personali.
I relatori hanno affrontato anche il concetto-chiave di “filiera”. Con questa espressione si intende una struttura organizzativa, logistica e distributiva in grado di mettere insieme i diversi contributi (specialistici e generalisti, di servizio e di prodotto, di assistenza e di cura, regolati a livello centrale e diffusi sul territorio) mantenendo come valore di riferimento la garanzia del diritto alla salute ai cittadini, ottenuto con l’integrazione coerente dei servizi erogati e delle funzioni svolte.
Una parte della ricerca è dedicata al mondo assicurativo e al suo contributo al miglioramento della salute dei cittadini. "La pandemia ha lasciato un’attenzione crescente rispetto alla prevenzione e al benessere – ricorda Virginia Borla – e le Compagnie non possono soltanto limitarsi a erogare servizi, o indennizzi in caso di sinistri (per infortuni e malattie), ma devono accompagnare le persone verso comportamenti virtuosi per la salute e la prevenzione delle patologie, avvalendosi anche di strumenti digitali e tecnologicamente avanzati, come la telemedicina, l’assistenza con dispositivi indossabili e di percorsi di prevenzione personalizzati".