ANCHE SE SI TRATTA di un prodotto finanziario semplice, come avvertono ad Altroconsumo, bisogna comunque fare attenzione a una serie di cose prima di investire in un conto deposito. In primis ai costi, sapendo che ormai molti conti deposito si possono aprire online e non hanno spese di apertura, gestione e chiusura. Ma fondamentale è anche il rendimento.
I tassi pubblicizzati dalle banche – che si possono analizzare grazie ai principali comparatori online – non sono però netti ma quasi sempre al lordo delle tasse. Per esempio se una banca prospetta un conto deposito con un tasso dell’3% non si guadagneranno in un anno 300 euro su 10mila euro depositati. Su quei 300 euro infatti si devono pagare le imposte pari al 26%, e quindi il rendimento netto è un bel po’ meno: 222 euro. Ma il Fisco non si limita a chiedere il 26% sugli interessi maturati sul conto deposito, ma applica anche l’imposta di bollo, pari allo 0,2% di quanto investito. Dunque, tornando all’esempio, dai 222 euro netti si dovranno toglierne altri 20 euro – ma esistono anche banche che come promozione non fanno pagare l’imposta di bollo – e così dopo un anno l’incremento sarà di 202 euro. A conti fatti, quindi, il rendimento netto finale sarà di circa il 2% e non il 3% pubblicizzato in partenza.
Occhio alle offerte. Le banche reclamizzano spesso promozioni, per periodi limitati di tempo, con le quali il tasso offerto è a volte più alto. Anche in questo caso, però, possono esserci limitazioni che fanno in modo che la promozione non sia fruibile da tutti. Per esempio, l’offerta è limitata ai nuovi clienti ai quali magari è richiesta anche l’apertura di un conto corrente con l’accredito di stipendio e/o pensione. Altre volte l’offerta è solo sulla nuova liquidità, cioè sulle somme aggiuntive che vengono apportate ai 10mila euro e il tasso più alto varrà solo sulla quota aggiunta.
Esistono infine due tipi di conto deposito: libero o vincolato. Nel primo caso si può sempre, quando serve, ritirare in parte o tutta la somma depositata anche se possono servire (leggete il contratto) anche una trentina di giorni per la disponibilità. Nel secondo caso, invece, solo alla scadenza del vincolo o subendo in caso di anticipo del rimborso delle penalità.
A. Pe.