Mercoledì 7 Agosto 2024

Rallenta il mercato dell’arte. Affari in calo del 28%

Il mercato dell'arte rallenta nel 2024 dopo un 2023 di assestamento. Contrazione delle aste e cautela negli acquisti, con interesse per giovani artisti. Italia ostacolata da normative fiscali.

L’ARTE, non i passion assets, rallenta la sua corsa. I primi sei mesi del 2024 confermano il rallentamento del mercato artistico dopo un 2023 di fisiologico assestamento a seguito di un 2022 da record sia per il mondo delle aste che per quello delle fiere. Gli Stati Uniti, con New York, restano il mercato più attivo grazie a una forte e stabile domanda locale. A livello globale il giro d’affari delle principali case d’asta – Christie’s, Sotheby’s e Phillips – ha registrato una contrazione a doppia cifra, caratterizzata da offerte in diminuzione e scelte dei collezionisti più conservative. Il settore fieristico, nonostante la vitalità ritrovata dopo la crisi pandemica e gli ottimi livelli di affluenza, conferma la cautela negli acquisti, soprattutto nei giorni successivi a quelli di apertura dedicati ai più importanti collezionisti. Il primo semestre del 2024 conferma il trend di rallentamento del mercato già registrato nel 2023. I dati emersi dal confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso indicano che le principali case d’asta hanno ridimensionato i loro volumi d’affari, registrando un calo medio di circa il -28%. In generale, sebbene la proposta a catalogo si confermi di qualità, le offerte sono in diminuzione e le scelte dei collezionisti risultano più conservative. Questa tendenza si aggiunge alla costante ricerca, da parte dei collezionisti, di opere di giovani artisti con potenziale di crescita per il futuro, che porta ad acquistare anche nelle gallerie più giovani.

Il trend di rallentamento conferma quanto già registrato per il 2023, quando il calo dei fatturati era stato del -18% rispetto al 2022, guidato dal segmento pittura (-26,8%). L’interesse per i passion assets (dal vino ai gioielli passando per le auto) aveva invece mitigato la decrescita totale, che era stata del -5,4% rispetto al 2022. Escludendo le vendite delle collezioni private avvenute nel 2022 e nel 2023, la diminuzione annua del fatturato per il 2023 sarebbe stata solo del 3%. Queste li dati che emergono dalla presentazione del report ’Il mercato dell’arte e dei beni da collezione’ di Deloitte Private che ha analizzato l’andamento del mercato dell’arte nel 2023 e ha fornito i primi esiti del mercato del 2024, includendo una panoramica delle più importanti fiere internazionali e delle aste delle major.

"La domanda globale di collectibles ha rallentato soprattutto nella fascia alta del mercato e, in generale, negli ultimi mesi ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, mentre l’onda di entusiasmo di fine pandemia, iniziata nel 2021 e concretizzatasi nel 2022, ha subito una inevitabile battuta d’arresto, con effetti anche sui prezzi medi dei lotti. Tuttavia, i collezionisti continuano a dimostrare interesse per i beni di qualità nei comparti relativi ad arti visive, beni di lusso, gioielli, borse e design da collezione, il che ha consentito il mantenimento di livelli di fatturato comparabili nei due anni 2022 e 2023 depurandoli da impatti non ricorrenti connessi a importanti vendite di collezioni private", spiega Ernesto Lanzillo (nella foto), partner e leader di Deloitte Private Italia. "Il mercato dell’arte in Italia è ostacolato da paletti normativi e fiscali. Se non ci saranno interventi correttivi, rischiamo danni occupazionali e delocalizzazioni. Nel nostro Paese l’Iva è al 22%. In Germania e Francia la percentuale scende al 7 e al 5,5%", ha commentato Alessandra Di Castro, presidente del Gruppo Apollo, associazione che rappresenta l’industria dell’arte in Italia e riunisce case d’asta, antiquari, gallerie di arte moderna e contemporanea e imprese della logistica. "Inoltre, l’aliquota del 10% sull’importazione di beni d’arte, la più alta in Europa, scoraggia gli operatori dall’importare opere attraverso le dogane italiane. Nonostante alcune riforme, l’Italia è ancora lontana dagli standard europei. Sono quindi necessarie migliorie nella riduzione dell’Iva e in un sistema più innovativo di incentivi fiscali per l’arte", spiega Di Castro. "Diventa sempre più rilevante per l’Italia decidere se vuole essere all’altezza di un sistema dell’arte internazionale oppure no. Le potenzialità per poter essere un player mondiale ci sono, basta pensare a tutti i collezionisti internazionali che hanno preso la residenza in Italia, per beneficiare dei vantaggi fiscali. Ma vanno prese delle decisioni in questo senso, adesso. Altrimenti francesi e altri prenderanno la fetta maggiore di questo sistema", ha sottolineato Clarice Pecori Giraldi, Art Advisor.

Nel 2023, le grandi fiere d’arte internazionali avevano mostrato una ritrovata solidità, dopo le complessità attribuibili alla crisi pandemica. L’instabilità geopolitica ha tuttavia influenzato il mercato dei collectibles, evidenziando correzioni di mercato e una contrazione dei range di prezzo, come confermato anche nei primi mesi del 2024. "Dopo un 2023 di vivace ritorno al tradizionale calendario fieristico annuale, che era stato fortemente modificato a causa della crisi pandemica, nei primi mesi del 2024 le fiere d’arte hanno confermato la loro centralità per il sistema internazionale, registrando ottimi livelli di affluenza e grande partecipazione. In chiaroscuro, tuttavia, le vendite: in molti casi, non da ultimo ArtBasel di Basilea, una delle più importanti fiere internazionali, la grande affluenza di visitatori non si è necessariamente tradotta in una crescita negli acquisti, confermando la prudenza dei collezionisti ben dimostrata dai risultati d’asta", ha spiegato Roberta Ghilardi, Art&Finance Manager di Deloitte Private Italia. ArtBasel a Basilea, ad esempio, ha visto la partecipazione di 22 nuove gallerie e sono stati registrati oltre 91mila visitatori, un aumento dell’11% rispetto al 2023, nonostante gli acquisti siano stati molto riflessivi, soprattutto nei giorni successivi a quelli inaugurali.