COSTI ELEVATI, tempi di esecuzione dilatati, mancanza di visibilità sul processo di trasferimento di denaro e sulle commissioni applicate. Sono soltanto alcuni dei problemi e delle criticità che incontrano le aziende italiane quando devono eseguire o ricevere un pagamento da e verso l’estero, in una valuta diversa dall’euro. Eppure, i pagamenti internazionali sono di fatto il motore del commercio mondiale e stanno crescendo come un fiume in piena. Per rendersene conto basta guardare le previsioni elaborate dalla Bank of England, secondo cui il volume delle transazioni internazionali supererà la soglia di 250mila miliardi di dollari, registrando una crescita di 100mila miliardi nell’arco di un decennio. Sono numeri che non lasciano indifferenti i grandi della Terra e le massime autorità internazionali. Non a caso, già nel novembre del 2020 i leader del G20 hanno inserito l’aumento dell’efficienza dei pagamenti transfrontalieri tra le priorità dell’agenda politica internazionale e hanno definito una tabella di marcia per raggiungere obiettivi specifici su questo fronte. Nella stessa direzione si stanno muovendo anche le autorità europee che hanno di recente varato a livello continentale un nuovo regolamento sui pagamenti istantanei (la Instant Payment Regulation) con l’obiettivo di rendere universale la disponibilità dei pagamenti istantanei in euro. In questo scenario, un ruolo importante spetta sia all’innovazione tecnologica, sia ovviamente alle banche, che devono far girare a pieno ritmo gli ingranaggi del sistema.
"Le sfide legate al mondo dei pagamenti internazionali hanno rappresentato in qualche modo una spinta a migliorare la nostra offerta e consentire così alle aziende clienti di cogliere opportunità di crescita in un mercato in continua evoluzione", dice Federica Scopelliti (nella foto a destra), che lavora nel gruppo UniCredit e occupa la carica di responsabile per l’Italia del team di Payments Solutions Sales Corporate. "Le aziende che supportiamo operano in un contesto di economia globale", aggiunge Scopelliti, "e per loro la possibilità di inviare e ricevere fondi su mercati esteri, anche in valute diverse dall’euro, rappresenta un elemento rilevantissimo". Non va dimenticato però, che nei processi di pagamento a livello internazionale le aziende italiane incontrano non di rado alcune frizioni, causate appunto da costi elevati e poca trasparenza, generati a loro volta dalla presenza di standard operativi diversi in ciascun paese, da fluttuazioni dei cambi o da controlli di compliance (di conformità legale delle transazioni) che provocano un allungamento dei tempi di conclusione dell’operazione.
"Considerando questo scenario e le aspettative delle aziende", aggiunge Scopelliti. "UniCredit offre da tempo un servizio di pagamento internazionale veloce con conferma di accredito al beneficiario e con la possibilità di tracciare la transazione in tutti i suoi stati". Inoltre, la banca mette a disposizione delle imprese un servizio chiamato PayFX che permette di eseguire pagamenti dal proprio conto in euro con conversione valutaria automatica in più di 110 divise estere, comprese quelle, di paesi lontanissimi dall’Italia, dal won sudcoreano al peso filippino sino alla sterlina egiziana, solo per citare qualche esempio. "Quando entra in gioco la componente valutaria, costi e tempi legati all’esecuzione delle transazioni aumentano notevolmente", dice ancora Scopelliti, che aggiunge: "la funzionalità PayFX vuole rispondere a una sfida legata a uno degli aspetti di maggiore complessità nell’ambito dei pagamenti internazionali che è proprio quello legato alla componente del cambio". Le aziende hanno infatti a disposizione un servizio di pagamento internazionale end-to-end (dall’inizio alla fine del ciclo) che consente la conversione automatica in valuta in tempo reale a partire da un conto corrente in euro, utilizzando per la conversione spread pre-concordati (cioè differenziali predeterminati tra il prezzo di acquisto e di vendita tra una coppia di divise). Il servizio è perfettamente integrato nei canali della banca e consente, sottolinea Scopelliti, di far sì che l’esperienza di pagamento internazionale per il cliente non differisca da quella di una qualsiasi transazione ordinaria che avviene invece in euro. "Con questo approccio è possibile supportare le aziende con una soluzione per la gestione dei flussi in divisa molto versatile", prosegue la responsabile per l’Italia di Payments Solutions Sales Corporate di UniCredit, che fa qualche esempio concreto dell’applicazione del servizio: "grazie a PayFX, un’impresa italiana è in grado di inviare i fondi alle proprie consociate nel sud-est asiatico direttamente nella divisa locale con estrema semplicità controllando i costi di conversione; oppure un’azienda del nostro Paese può negoziare le migliori condizioni sui contratti di fornitura in aree geografiche lontane come il Sudamerica, proprio grazie alla possibilità di gestire il pagamento nella valuta del luogo".
Le barriere valutarie, insomma, diventano molto più facilmente superabili. Il servizio PayFX è pensato per essere utilizzato da qualsiasi tipo di azienda anche se, ovviamente, si presta a soddisfare soprattutto le esigenze di imprese che hanno rapporti continui con i mercati internazionali, per esempio gli operatori del turismo, le realtà del no profit che operano a livello internazionale oppure le società che hanno delle catene di rivenditori in diversi continenti come le case di moda italiane. Per loro, i pagamenti con valute diverse dall’euro sono un’abitudine quotidiana.