Lunedì 5 Agosto 2024
DAVIDE
Finanza e Risparmio

L’umore dei mercati vale più delle trimestrali

Durante la Reporting Season, l'umore degli investitori può influenzare più dei risultati aziendali. Le reazioni del mercato sono imprevedibili e guidate da aspettative e sentimenti, spesso portando a vendite anti-intuitive. È fondamentale comprendere e assecondare il mercato per evitare perdite significative negli investimenti.

Biocchi

Ogni volta che la stagione delle trimestrali (la Reporting Season) entra nel vivo, con le società più importanti, gli investitori aspettano con ansia di conoscere i loro numeri. Tuttavia, non è sempre scontato che a risultati finanziari buoni facciano per forza seguito reazioni positive, o viceversa. Succede infatti che alcuni titoli possano essere venduti inaspettatamente anche se hanno comunicato dati interessanti e per capirne il motivo non serve chiedersi perché. È invece assai meglio porsi la seguente domanda: contano di più i risultati comunicati dalle aziende o l’umore degli investitori? Ovviamente viene spontaneo, per qualsiasi osservatore esterno, considerare che siano i risultati a contare di più, ma chi fa questo ragionamento non considera che sono le reazioni degli investitori, con i loro acquisti e le loro vendite, a determinare il movimento dei prezzi delle azioni, verso l’alto o il basso. Diventa così chiaro che è l’umore del mercato il fattore determinante e non sempre c’è una corrispondenza tra la qualità dei risultati presentati da una società e una reazione favorevole su un titolo, o viceversa. Gli investitori vivono infatti di aspettative e sentiment, termine traducibile come “umore” o anche “percezione”, e il loro modo di relazionarsi coi valori di un titolo è un mix tra valutazioni oggettive e componente emotiva, specie per le aziende innovative e i marchi di fascino, che si fonda sull’idea che ci sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire, oppure un sogno o una favola da cavalcare.

Questo approccio consente talvolta alle quotazioni di crescere ben oltre il mero risultato di una trimestrale, inseguendo aspettative attraenti. Se ciò succede, poi questo sogno va alimentato da nuove e sempre più mirabolanti narrative, che vanno coltivate e alimentate. Se viene meno questa componente, gli investitori subiscono un brutto risveglio e nel tornare alla realtà spesso si affrettano a limare via dai prezzi la componente legata ad aspettative non verificatesi, dando seguito a vendite che a volte paiono anti-intuitive, per chi non comprende questa dinamica. In questo senso le trimestrali hanno un ruolo fondamentale: esse, infatti, fungono da innesco, in grado di amplificare o esacerbare le reazioni del mercato, che è per antonomasia imprevedibile e volubile. Quando il mercato si disillude, diventa capriccioso e in questi casi è molto meglio assecondarlo piuttosto che cercare di prevederlo, altrimenti si rischia di subire perdite significative negli investimenti. Siamo ora in una fase del genere? Sembrerebbe.