Davide
Biocchi
Negli ultimi dieci giorni, chi ha dato un’occhiata ai mercati finanziari avrà notato che, mentre alcuni indici come il Dow Jones e il Russell 2000 hanno mostrato segni di debolezza e l’S&P 500 è rimasto quasi fermo nei pressi dei suoi massimi, l’indice Nasdaq si è distinto per un movimento vigoroso a rialzo. A trainarlo sono stati i soliti giganti della tecnologia – Meta, Apple, Microsoft, Nvidia, Tesla, Amazon, Alphabet e, più di recente, Broadcom – che hanno fatto faville. Perfetto, tutto bene! Solo che la realtà è ben diversa da quel che sembra. Per capirlo, pensiamo a un piccolo paese di 500 abitanti, metafora perfetta dell’indice S&P500. Come in ogni comunità, la felicità complessiva non può dipendere soltanto da un ristretto gruppo di benestanti: serve che la maggioranza viva bene. Eppure, oggi accade proprio questo. Una ventina di individui brillano e godono di una salute straordinaria, mentre il resto della popolazione sembra arrancare. Non solo: negli ultimi giorni, perfino uno dei campioni di questa élite, Nvidia (NVDA), ha iniziato a soffrire leggermente. Eppure, nonostante tutto, l’indice di “felicità” di questo paese sembra essere ai massimi di sempre. Perché? La risposta risiede nel metodo di calcolarla, perché subisce la forza spropositata dei pochi privilegiati, a discapito degli altri. La loro crescita, straordinaria e continua, finisce per oscurare il peggioramento delle condizioni generali. Mettiamola così: qualcuno raddoppia da 100 a 200, mentre molti altri calano da 10 a 8, qualcuno addirittura dimezza. Mentre questa élite festeggia, la maggioranza soffre. Il paradosso è evidente: se io mangio un pollo intero e il mio vicino nulla, in media abbiamo consumato mezzo pollo a testa. Siamo entrambi sazi? No, ma così direbbero i numeri. Questo squilibrio si riflette nella narrativa degli indici: mentre il Nasdaq celebra nuovi record, Dow Jones e Russell 2000 (l’indice delle piccole imprese) ci mostrano un contesto più fragile e meno festoso. E poi ci sono gli indici equipesati, dove ogni azienda conta allo stesso modo, che sono lontani dall’euforia del Nasdaq e raccontano una storia molto diversa: un mercato in cui la maggioranza è ferma o, peggio, arretra. Quanto a lungo può durare questa situazione? Per ora, la forza di pochi nasconde la debolezza di molti, ma potrebbe bastare un soffio di vento per mostrare che il paese – cioè il mercato – non può continuare a lungo a prosperare se solo pochi vivono nell’abbondanza.