Martedì 16 Luglio 2024

L’argento brilla più dell’oro. Quotazioni verso l’alto

L'argento potrebbe vedere un aumento delle quotazioni a causa della crescente domanda e dell'offerta limitata, con impatti positivi dall'industria elettronica e della transizione energetica. La produzione limitata e i disordini nell'industria estrattiva potrebbero alimentare un trend rialzista del prezzo.

L’argento brilla più dell’oro. Quotazioni verso l’alto

L’argento brilla più dell’oro. Quotazioni verso l’alto

UNA DOMANDA CRESCENTE e un’offerta insufficiente. È il mix di fattori che potrebbe spingere al rialzo le quotazioni dell’argento, il cui rally sui mercati finanziari è probabilmente soltanto all’inizio. A pensarla così è Benjamin Louvet, che dirige la divisione dedicata alle materie prime della casa di investimenti Ofi Invest AM. Quando si parla di metalli preziosi, nella comunità finanziaria le attenzioni sono rivolte prevalentemente all’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza. Ma oggi, secondo Louvet, le prospettive sembrano molto positive in particolare per l’argento, innanzitutto per una ragione: è l’unica materia prima il cui valore dipende in grande misura sia dall’industria, sia dalla finanza. Da un lato, infatti, l’argento è una riserva di valore, anche se più volatile rispetto all’oro. Dall’altro lato, sottolinea il manager di Ofi AM, si tratta di un metallo prezioso ampiamente utilizzato nello sviluppo di circuiti, cablaggi e altre componenti elettroniche come quelle presenti nei nostri smartphone.

Ma l’argento è presente anche in numerosi modelli di auto ed è ampiamente utilizzato pure nel settore farmaceutico o nell’industria delle biotecnologie come biocida di nuova generazione. "Tutti questi impieghi più le difficoltà a trovare in natura un valido sostituto stanno ponendo le basi per una profonda trasformazione del mercato", continua Louvet, prevedendo che questo metallo prezioso sarà appunto caratterizzato da una robusta crescita della domanda, ma anche da un’offerta che faticherà a soddisfarla, decretando così un forte trend rialzista del prezzo. L’esperto di Ofi AM fa notare infatti che nel 2023 la produzione complessiva di argento è stata di 29mila tonnellate, di cui 23.800 provenienti dal cosiddetto "output primario", cioè da attività estrattive. Soltanto poco più di 5mila tonnellate sono state frutto di operazioni di riciclaggio. Se a queste quantità si aggiungono anche la produzione da miniere attive o derivante da attività pianificate, l’ammontare complessivo del metallo disponibile raggiunge le 107.812 tonnellate, che è l’equivalente di quattro anni di produzione ai ritmi attuali. Infine, vanno conteggiate le riserve di argento, che sono stimate nell’ordine di 530mila tonnellate, corrispondenti ad appena 20 anni di estrazione. Louvet fa inoltre notare che, come sta accadendo per altre commodity, nell’industria estrattiva dell’argento ci sono disordini, scioperi e un diffuso malcontento tra la popolazione dei paesi maggiori produttori. Il che crea ovviamente ulteriori freni alla produzione mondiale.

Questi numeri fanno capire come l’offerta di questo metallo prezioso stia diventando via via più scarsa. Sul fronte opposto la domanda non dà segni di cedimento e nel 2023 è stata pari a 33mila tonnellate, provocando un deficit sul mercato del 15% per il terzo anno consecutivo. A richiedere grandi quantità di argento è in primis quel variegato insieme di attività legate alla transizione energetica come per esempio creazione di impianti a energia solare. Secondo le stime più accreditate, da solo il business del green ha assorbito nel 2023 più del 15% del fabbisogno di argento globale e nel 2024 toccherà il 20%, contro il 5% del 2014. È vero che ci sono produttori che stanno già cercando dei sostituti come il rame, ma attualmente devono scontrarsi con due grandi ostacoli: le peggiori performance di questo materiale rispetto all’argento e il forte aumento della domanda che anche il rame sta subendo.