Venerdì 2 Agosto 2024

Giappone e India l’accoppiata vincente

Il Giappone e l'India sono considerati fonti di rendimento per gli investitori secondo Julie Dickson di Capital Group. Il Giappone mostra segni di cambiamento positivo con riforme societarie e crescita, mentre l'India emerge come alternativa alla Cina nella produzione.

GIAPPONE E INDIA. Ecco una coppia di Paesi molto lontani da noi ma che possono essere fonte di rendimento per gli investitori. È l’opinione di diversi esponenti della comunità finanziaria tra cui Julie Dickson, investment director azionaria di Capital Group, una delle maggiori case di gestione del risparmio al mondo. In un suo recente commento sui mercati finanziari, Dickson ha dedicato due capitoli a ciascuna di queste potenze economiche asiatiche. Sul Giappone, che ha un’economia ben più matura e avanzata rispetto all’India, soffia ancora il vento del cambiamento. "Riforme societarie, crescita dei salari e rivoluzione digitale stanno aiutando a mettere la parola fine a decenni di deflazione, trainando il mercato nipponico a livelli che non si vedevano dal 1989", sostiene Dickson, che aggiunge: "mentre i policymaker spingono le aziende giapponesi a dare la priorità agli azionisti, il governo ha istituito un’agenzia digitale per chiudere il divario con i competitor globali in materia di innovazione". Questo scenario sta trainando la domanda di prodotti di società come la software house Obic e lo specialista nella formazione a distanza JustSystems. Nel frattempo, sottolinea ancora Dickson, "il costo ridotto di fare business in Giappone sta attirando investimenti diretti esteri e l’industria dei semiconduttori continua a fiorire, per la gioia di aziende come del settore come Tokyo Electron.

Spostandosi su altre sponde del Pacifico, la investment director di Capital Group ha dedicato un altro capitolo della sua analisi all’India e alla sua economia fiorente. "Il decennio d’oro dell’India è arrivato?", scrive Dickson, lasciando un punto interrogativo alla fine. Anche se non si può dare una risposta certa a questa domanda, una cosa resta fuori di dubbio: "l’India sta divenendo una buona alternativa alla Cina per la produzione di telefoni cellulari ed elettrodomestici". L’ascesa di Nuova Delhi, però, secondo Capital Group, sta avvenendo comunque all’interno di un trend più ampio che vede la fine della centralità di Pechino e l’ascesa di altri Paesi emergenti nell’area del Pacifico. "La crescita delle infrastrutture negli emerging market sta accelerando", sottolinea Dickson, "i nuovi hub manifatturieri stanno incentivando le economie regionali e la transizione energetica mondiale sta spingendo gli investimenti esteri verso un mix più ampio di nazioni in via di sviluppo per soddisfare le esigenze produttive e di risorse naturali".

A. T.