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YOON SUK YEOL, presidente della Corea del Sud arrestato il mese scorso, attende ancora il responso dei giudici costituzionali del...
YOON SUK YEOL, presidente della Corea del Sud arrestato il mese scorso, attende ancora il responso dei giudici costituzionali del suo paese. Saranno loro a stabilire se Yoon, primo presidente sudcoreano finito in carcere per corruzione, deve tornare o meno al suo posto dopo aver subito un discusso impeachment e dopo aver proclamato la legge marziale, nel tentativo di salvarsi. Intanto, di fronte a questa crisi politica senza precedenti a Seul, i mercati finanziari hanno già fatto quello che fanno sempre, quando nelle istituzioni regna l’incertezza. Non appena è scoppiata la crisi sudcoreana, molti investitori sono fuggiti a gambe levate dalla Borsa di Seul, che a dicembre 2024 ha perso quasi il 13% rispetto ai massimi toccati nell’agosto precedente. Poi, da gennaio, gli indici hanno risalito pian piano la china, pur restando ancora sotto i livelli dell’estate passata.
Cosa succederà ora che Yoon sembra fuori gioco? Marcel Zimmermann, gestore della casa d’investimenti Lemanik, ha una visione indubbiamente ottimistica. Lui segue da vicino i mercati orientali poiché gestisce un fondo azionario che si chiama Asian Opportunity e che punta anche sui titoli della Borsa di Seul. "Il mercato coreano ha attualmente le valutazioni più interessanti in Asia", dice Zimmermann, che è anche fiducioso sugli effetti del Korean Value up Program. Si tratta di un programma varato nel 2024 dalle autorità di Seul per sostenere il valore e l’appeal delle azioni quotate in Borsa, favorendo la trasparenza della governance delle società e la difesa dei diritti degli azionisti di minoranza. Per il gestore di Lemanik questa iniziativa potrebbe avere nel 2025 una ulteriore accelerazione. Zimmerman non guarda però con favore soltanto ai mercati coreani ma ha una visione ottimistica anche su altre piazze finanziarie dell’Estremo Oriente, in particolare sulle azioni del settore hi-tech.
"Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è rimasta un punto di forza delle azioni asiatiche e gli indici tecnologici di Taiwan e del Giappone sono andati molto bene a dicembre 2024", aggiunge il fund manager, ricordando che le azioni nipponiche sono salite ai massimi degli ultimi mesi grazie ai migliori dati sulla produzione industriale e all’indebolimento dello yen. Va detto, sottolinea Zimmerman, "che l’incertezza geopolitica in Asia è aumentata in quanto gli investitori attendono di vedere le mosse del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump". Contemporaneamente, però, la banca del Giappone non ha aumentato i tassi di interesse a dicembre, come previsto da alcuni analisti. Il che ha fatto perdere terreno alla valuta giapponese, che è scesa del 5,4% a dicembre e ha chiuso l’anno come una delle monete più deboli rispetto al biglietto verde. Le azioni cinesi e di Hong Kong, invece, a fine 2024 hanno continuato a trarre profitto dal pacchetto di 1.400 miliardi di dollari in cinque anni, annunciato a novembre da Pechino per sostenere la ristrutturazione del debito pubblico locale.
Di fronte allo scenario sopra descritto, il gestore di Lemanik ha deciso a gennaio di ridurre l’esposizione del suo fondo sui titoli di alcuni paesi oggi un po’ meno attraenti come la Thailandia e l’ Indonesia a favore del Giappone. È stato invece mantenuto il sovrappeso nel portafoglio proprio sulla Corea del Sud. "I mercati azionari asiatici", conclude Zimmerman, "rimangono fondamentalmente interessanti e, rispetto all’Europa e agli Stati Uniti, sono storicamente sottovalutati". In particolare, sarà il settore tecnologico a dare probabilmente le maggiori soddisfazioni.