IL RAPPORTO ANNUALE Siae rivela che nel 2023 il numero dei concerti di musica pop, rock e leggera in Italia ha raggiunto quota 36.018 richiamando 23.732.393 spettatori con 894.097.477,59 euro d’incasso. Dati che, sommati a quelli dei concerti di classica e di jazz, portano il comparto della musica dal vivo a 61.639 rappresentazioni con 28.182.532 spettatori e 967.382.686,04 euro d’incassi. Di gran lunga la voce più consistente del settore spettacolo, capace di superare quella del comparto discoteche, ballo ed altri intrattenimenti musicali (517.258 eventi, 50.780.138 spettatori 780.545.868,52 euro d’incasso), ma anche doppiare, o quasi, sia quella del cinema (530.531.050,17 euro con 2.579.112 spettacoli e 74.063.450 spettatori) che del teatro, ovvero prosa, lirica, musical, balletto, circo, arte varia (520.382.965,40 euro, con 146.474 spettacoli e 26.362.101 spettatori). Fra gli altri consumi culturali ci sono le mostre, che nel 2023 hanno incassato 153.497.020,98 euro grazie a 78.871 eventi capaci di richiamare 16.491.154 visitatori. Pure lo sport lo scorso anno è rimasto dietro al mondo della musica dal vivo con 76.533 eventi 36.731.673 spettatori e 804.130.586,16 euro d’incasso. Dati alla mano, quindi, l’incidenza della spesa per i concerti di musica pop, rock e leggera sul totale di quella del settore spettacolo arriva al 41%, seguita dal cinema (29%) e dal teatro (29%), dalle mostre (8%) e dai concerti di musica classica e jazz (4%). Da notare che nel 2023 in Italia il numero dei live di musica pop, rock e leggera è pressoché raddoppiato rispetto ai 18.223 del 2019 e, di pari passo, sono quasi raddoppiati pure il pubblico (12.609.033 nel 2019) e la spesa, passata dai 453.547.458 euro pre-pandemia ai 894.097.477,59 dello scorso anno, con un passaggio intermedio nel 2022 di 673.971.477,87 euro.
Davanti a questi numeri AssoConcerti, l’organismo che con i suoi 61 associati rappresenta oltre i due terzi del fatturato della musica dal vivo in Italia, chiede al Governo l’introduzione del tax credit. "Il nostro settore ha sempre prodotto ricchezza per lo Stato, ma, a fronte di questo, non abbiamo mai ricevuto sostegni pubblici e, anche se non sono mancate le dichiarazioni di principio, crediamo sia venuto il tempo perché la politica passi da un riconoscimento formale ad uno sostanziale", ha ribadito Bruno Sconocchia (nella foto), presidente di AssoConcerti, nel corso del convegno ’La Canzone Popolare Live. Dati e Prospettive’ promosso dalla sua associazione alla Sala Spadolini del Ministero della Cultura con intervento dello stesso ministro Alessandro Giuli. "Chiediamo uno strumento di politica industriale che possa supportare un settore importante per la cultura e contribuisce alla fiscalità generale con una elevata valenza occupazionale e un’importante ricaduta sul territorio, anche nel settore turistico. Ci preme, infatti, sottolineare che numeri così importanti e i notevoli ricavi di questi due ultimi anni non hanno ancora permesso il recupero del fatturato perso nel biennio di sosta forzata a causa del Covid".
Tutto confermato dai dati forniti durante il convegno per fotografare un’Italia a due velocità pure nel campo della musica dal vivo, con il 31% del pubblico concentrato al Nord-Ovest, il 23% al Nord-Est, il 21% al Centro, al 18% al Sud e il 7% nelle isole. Nel 2023, per numero di spettacoli, prima Milano (1.728), seconda Roma (1.557), terza Bologna (948), a seguire Napoli, Torino, Firenze, Genova, Palermo, Verona e Bari, mentre per numero di spettatori, prima Milano (2.676.568), seconda Roma (2.478.530), terzo il comune di Assago (leggi Forum) (1.012.838), infine, per quantità d’incassi, prima Milano (164.519.416,58 euro), seconda Roma (129.465.575,52 euro), terza Assago (59.080.462,12 euro). Il concerto a data unica più visto del 2023? Quello di Harry Styles alla Rcf Arena di Reggio Emilia, con 102.861 spettatori. Per incassi, invece, primo Harry Styles a Reggio, secondo Bruce Springsteen all’Autodromo di Monza, terzi i Coldplay col terzo dei loro quattro concerti a San Siro. Il mese più ’caldo’ per per la musica suonata sui palchi rimane indubbiamente luglio, che coi suoi 6.183.350 spettatori nel 2023 ha catalizzato il 26% delle presenze, seguito da giugno col 15,2% e da agosto col 13,7%, fanalino di coda gennaio con l’1,8%. Infine, la distribuzione geografica, che lo scorso anno ha visto primeggiare la Lombardia con 6.587 concerti, seguita dall’Emilia-Romagna con 4.570, dal Piemonte con 2.925, dal Veneto con 2.557 e dal Lazio con 2.527. Ultima la Valle D’Aosta, con 74.
"Il settore in cui operiamo rappresenta da solo quasi il 60% dell’intero comparto dello spettacolo dal vivo, e di quel 60% i nostri associati coprono a loro volta quasi il 70%; per dare un ordine di grandezza, i nostri aderenti nel loro insieme realizzano più ricavi dell’intero comparto del cinema", ricorda Sconocchia. "Come associazione, abbiamo sempre sostenuto l’ipotesi di un doppio binario: il finanziamento diretto, attraverso il Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, già previsto dalla legislazione attuale per quelle realtà no profit che strutturalmente necessitano di un supporto per raggiungere un pareggio di bilancio, e, d’altra parte, l’introduzione per il settore privato dello strumento del tax credit, già utilizzato ad esempio per le aziende del settore del cinema e dell’industria fonografica e audiovisiva".