Lunedì 10 Marzo 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Bitcoin e aziende. Un’opportunità da 1,5 trilioni di dollari Usa

IL 2024 È STATO UN ANNO da incorniciare per le criptovalute, ma questo 2025 potrebbe sorprendere ancora di più, diventando...

CHI È L’AUTORE DEL TESTO André Dragosch (. nella foto è Director e Head of Research Europe presso Bitwise Asset Management, il più grande gestore Usa di fondi indicizzati sulle criptovalute. Con un’esperienza decennale nell’industria finanziaria tedesca, Dragosch si è specializzato nella gestione di portafogli di investimento, in particolare nel ramo della ricerca. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia finanziaria presso l’Università di Southampton

CHI È L’AUTORE DEL TESTO André Dragosch (. nella foto è Director e Head of Research Europe presso Bitwise Asset Management, il più grande gestore Usa di fondi indicizzati sulle criptovalute. Con un’esperienza decennale nell’industria finanziaria tedesca, Dragosch si è specializzato nella gestione di portafogli di investimento, in particolare nel ramo della ricerca. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia finanziaria presso l’Università di Southampton

IL 2024 È STATO UN ANNO da incorniciare per le criptovalute, ma questo 2025 potrebbe sorprendere ancora di più, diventando l’anno in cui le aziende hanno iniziato a guardare a Bitcoin con occhi diversi: non solo come un asset digitale da maneggiare con cautela, ma come un tassello strategico per il futuro finanziario del proprio business. Questa opportunità ha un valore di ben 1,5 trilioni di dollari, ma è ancora, in larga parte, inesplorata. Ad oggi, infatti, le aziende detengono appena il 4% dell’offerta totale di Bitcoin, con circa 965.000 Btc distribuiti tra pubbliche e private. Eppure, il 2024 ha segnato una svolta: il numero di Bitcoin detenuti nei bilanci pubblici come riserva di valore è più che raddoppiato in soli 12 mesi, superando la nuova offerta della Regina delle cripto. Uno dei principali asset manager globali specializzati in criptovalute, la crescente adozione di Bitcoin come asset di tesoreria aziendale è guidata da una logica semplice, ma potente. Le riserve di liquidità aziendali denominate in moneta fiat, come l’euro o il dollaro Usa, sono soggette a inflazione e perdono potere d’acquisto nel tempo. Il Bitcoin è quindi visto come un sostituto monetario, che consente di mantenere, e persino aumentare tale potere, massimizzando così il valore per gli azionisti delle società. Non è un caso, quindi, che società come Tesla abbiano iniziato ad accumulare Bitcoin nei propri bilanci già nel 2021, detenendo tuttora circa 9.720 Btc.

Malgrado la società di Musk abbia sospeso ulteriori acquisti a causa di timori legati all’impatto ambientale del mining, ha promesso di riesaminare la questione non appena il processo proverrà da fonti energetiche a emissioni zero. Altre realtà, invece, hanno trovato un freno da parte degli azionisti: Microsoft, ad esempio, ha visto respingere la proposta di acquisire Btc come asset di tesoreria durante l’assemblea annuale tenutasi a dicembre. C’è, poi, chi ha fatto di questa strategia un vero e proprio cavallo di battaglia Microstrategy, per esempio, è una società di software che, ad oggi, detiene già 423.650 Btc nei propri bilanci, circa il 2% dell’offerta di Bitcoin. Alcuni analisti definiscono l’approccio di Mstr, ossia l’emissione di obbligazioni convertibili per acquisire Bitcoin, un "attacco speculativo" contro il dollaro Usa. Questo può determinare un effetto volano anticiclico: quando il Bitcoin si apprezza, aumentano le partecipazioni della società, migliorando le condizioni finanziarie e consentendole di emettere nuovo debito per acquisire ancora più Btc.

Altre tipologie di aziende, come le società di mining di Bitcoin, hanno naturalmente accumulato la criptovaluta nei propri bilanci come parte della loro attività di business, mentre la maggior parte dei miner quotati in borsa, come Riot Platforms e Marathon Digital ha persino annunciato l’acquisto diretto di Btc come parte della loro strategia di tesoreria aziendale. In linea generale, le aziende che hanno annunciato l’acquisizione di Bitcoin stanno già raccogliendo i frutti di questa scelta: Microstrategy e Metaplanet Japan, ad esempio, sono tra i titoli con le migliori performance nei rispettivi indici azionari, superando i loro concorrenti con un ampio margine. Non sorprende, quindi, che un numero crescente di società stia attualmente adottando Bitcoin o venga pressato dai propri azionisti affinché ne valutino l’adozione. A conferma di questa tendenza, il numero di Bitcoin detenuti da società quotate è passato da circa 263.000 Btc alla fine del 2023 a circa 555.000 Btc al momento della stesura di questo rapporto, registrando un incremento del 111%. Tuttavia, mentre la quantità di Bitcoin detenuti nei bilanci societari è già raddoppiata nel 2024, nello stesso periodo l’offerta globale di Bitcoin è cresciuta solo dello 0,9%. Questo squilibrio tra domanda e offerta sta già generando effetti tangibili. I soli acquisti di Microstrategy assorbono la nuova produzione di Bitcoin, contribuendo al calo della disponibilità liquida di Btc sui mercati.

Secondo i dati di Glassnode, attualmente, solo 5 milioni di Bitcoin sono considerati "liquidi" o "altamente liquidi", mentre circa 15 milioni sono già considerati "illiquidi" e accumulati come riserva di valore. Questo squilibrio è ulteriormente amplificato dall’Halving, che riduce progressivamente la nuova produzione di Bitcoin e potrebbe alimentare ulteriori aumenti di prezzo. Il contesto diventa ancora più interessante se si guarda al potenziale inespresso dei criptoasset: il flusso di cassa disponibile tra le sole società che fanno parte dell’SP 500 ammonta già a 1.496 trilioni di dollari Usa, di cui quasi un terzo detenuto dalle "Magnifiche 7". In confronto, il capitale totale mai investito in Bitcoin ammonta "solo" a 766 miliardi di dollari. Quindi, anche solo una modesta allocazione di queste riserve in Bitcoin avrebbe un impatto significativo sul mercato e sui prezzi. Indipendentemente dalla ritrosia di alcune aziende o degli azionisti, pensiamo sia solo una questione di tempo prima che la mancata adozione di Bitcoin si traduca in un notevole svantaggio per gli investitori, come dimostrato dalle performance nettamente superiori registrate dalle società che hanno fatto questo passo avanti rispetto a quelle rimaste più indietro. Mentre il dibattito prosegue, una cosa è certa: le aziende detengono ancora una percentuale ridotta dell’offerta mondiale di Bitcoin, ma questo crescente appetito per i criptoasset potrebbe riscrivere le regole del gioco, con importanti implicazioni per il futuro della principale criptovaluta e di chi saprà sfruttarla.

Head of Research - Europe di Bitwise AM