Martedì 16 Luglio 2024

Bancomat vuole diventare la moneta digitale degli italiani

Il circuito Bancomat si evolve verso i pagamenti digitali, con micropagamenti in crescita. Il Fondo Fsi entra come azionista principale, puntando sull'innovazione e sull'espansione del servizio. La nuova direzione mira a trasformare Bancomat nella moneta digitale italiana, ampliando le possibilità di pagamento e trasferimento di denaro. L'Italia mostra un potenziale di crescita nei pagamenti digitali, con una maggiore adozione di soluzioni elettroniche.

Bancomat vuole diventare la moneta digitale degli italiani

Bancomat vuole diventare la moneta digitale degli italiani

SEMPRE MENO PRELIEVI di contante e sempre più micropagamenti con la tessera o con il telefono. Da oltre 40 anni gestisce i circuiti di prelievo e pagamento più diffusi e conosciuti in Italia - identificati dai marchi Bancomat (prelievo con carta), PagoBancomat (pagamento con carta) e Bancomat Pay (invio e ricezione denaro e pagamento via smartphone) – e Bancomat è uno dei principali operatori del mercato dei pagamenti con carta di debito in Italia, con oltre 3 miliardi di operazioni di pagamento e prelievo gestite e circa 30 milioni di carte in circolazione nel 2023. È partecipata da 107 banche, che fanno parte degli oltre 400 prestatori di servizi di pagamento che utilizzano i suoi servizi. Il 12 giugno scorso il nuovo Cda ha finalizzato l’accordo per l’ingresso del Fondo Fsi come primo azionista della Società con una partecipazione nel capitale del 42,9% e, unitamente alle banche sottoscrittrici del patto parasociale (Intesa Sanpaolo, Iccrea Banca, Banco Bpm e Bper), del 74,7%. A capo del nuovo corso della Società è stato nominato amministratore delegato e direttore generale, Fabrizio Burlando (nella foto sotto) che vanta un’esperienza ventennale nel settore dei pagamenti digitali, maturata soprattutto negli ultimi 16 anni in Mastercard, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità e leadership a livello globale, con focus su piattaforme dati, servizi a valore aggiunto e supporto allo sviluppo di clienti banche e utenti di tutto il mondo.

Il progetto rappresenta un’iniziativa italiana che, partendo dall’ampio riconoscimento di Bancomat tra esercenti, consumatori e banche, intende ampliare il perimetro d’azione del circuito, assicurandone una maggiore capacità d’innovazione e di accelerazione sui tempi di adozione delle nuove soluzioni digitali, al pari dei circuiti di pagamento presenti nei principali paesi europei. E l’idea di Fabrizio Burlando è quella di fare di Bancomat la moneta digitale degli italiani, il prodotto che riassumerà tutte le modalità di pagamento e uso del denaro, dal prelievo agli Atm al pagamento sui Pos, dall’e-commerce al trasferimento di denaro tra privati fino al pagamento delle bollette. Il progetto, peraltro, consentirà di valorizzare una infrastruttura nazionale centrale per il mercato dei pagamenti digitali, e produrre diversi benefici, tra cui: l’utilizzo di un circuito di pagamento efficiente (sicuro e domestico) con contenuto tecnologico in linea con i migliori standard; il contenimento dei costi della monetica digitale; la possibilità di rappresentare una soluzione di qualità e complementare agli operatori internazionali.

Del resto, con 400 miliardi di euro transati, l’Italia dimostra una penetrazione dei pagamenti digitali ancora molto bassa e ampi spazi di sviluppo: di fatto, solo il 40% delle transazioni passa da strumenti elettronici contro l’80% dei Paesi nordici. E i circuiti di pagamento sono infrastrutture ritenute fondamentali dai singoli Paesi per le interconnessioni tra le banche, e assumono quindi un rilievo di natura strategica. Per cui, come ha ribadito Burlando, con i capitali freschi arrivati verranno realizzate operazioni in ambito Fintech, all’interno del perimetro italiano allo scopo di acquisire competenze complementari alle nostre che aiutino Bancomat a completare la propria offerta. "Il dato disponibile ad oggi per il 2024 conferma una tendenza sempre più marcata verso i pagamenti digitali, anche di piccolo taglio. Un fenomeno che, con consapevolezza, possiamo ritenere ormai strutturato – spiega Oscar Occhipinti, Direttore Marketing e Commerciale Bancomat Spa (nella foto sopra) - e non più congiunturale e che porta con sé una nuova ’cultura’. Parlare di crescita a doppia cifra per pagamenti di piccoli importi significa infatti raccontare un nuovo approccio alle spese di vita ordinaria che vale sia per i consumatori sia per gli esercenti. Bancomat è da oltre quarant’anni sul mercato, con la struttura e la credibilità di un’infrastruttura unica ma anche la dinamicità e la flessibilità di risposta alla domanda tipica di una fintech. Da tempo abbiamo puntato sulla smaterializzazione dei pagamenti che ci ha permesso oggi di consolidare quote di mercato importanti e con la nuova guida di guardare al futuro grazie ad un piano di accelerazione digitale tale da rafforzare l’infrastruttura non solo a livello nazionale ma anche europeo".

Da inizio 2024 a maggio (ultima rilevazione disponibile) sono state effettuate 990,2 milioni di operazioni PagoBancomat per un valore di 44,6 miliardi di euro. I micropagamenti con carta PagoBancomat (fino a 30 euro) rappresentano oggi il 56% del totale delle transazioni. Nel dettaglio, i piccoli importi fino a 5 euro rappresentano il 6,2%, da 5-10 euro l’11,7% e da 10-15 euro, l’11,9%. Crescono anche le operazioni eseguite senza pin (cosiddette cless) e token che nel 2024 risultano pari a 803,2 milioni, ovvero l’81% del totale dei pagamenti eseguiti con PagoBancomat per una spesa media di 41,7 euro circa. In riferimento al numero di transazioni effettuate per aree merceologiche, al primo posto si attestano i pagamenti nella Gdo (circa il 30% sul totale delle operazioni effettuate); al secondo negozi al dettaglio (12,7% sul totale), seguono i ristoranti (11,5% del totale). Ripartendo le spese per settori, 26,9 milioni di operazioni effettuate con carte PagoBANCOMAT hanno riguardato spese per servizi medico sanitari, crescono a 20,3milioni i pagamenti nei bar mentre quelli per viaggi e trasporti si attestano a 15,3 milioni di operazioni. Per quel che riguarda, invece, i prelievi, l’andamento del numero delle operazioni evidenzia, rispetto allo stesso periodo del 2023, una variazione del -14,7%, conseguenza di un maggiore ricorso all’utilizzo di strumenti digitali da parte dei consumatori.