LE AZIENDE ITALIANE che investono in arte e cultura hanno una produttività superiore rispetto alla media di mercato. È quanto emerge dall’edizione 2024 di ’Economia della Bellezza’, la piattaforma di cultura d’impresa ideata da Banca Ifis con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio economico generato dalle Pmi italiane. Lo studio della challenger bank presieduta da Ernesto Fürstenberg Fassio ha mappato le imprese italiane che hanno investimenti in arte e cultura. Queste sono 732 e producono complessivamente 192 miliardi di euro di ricavi annui. Oltre al perimetro, a colpire è la maggiore capacità produttiva che queste imprese fanno registrare: questa è maggiore di 1,4 volte dei competitor di settore che non investono in arte e cultura ed è accompagnata da una crescita delle retribuzioni superiore di 2,2 volte, con un impatto indiretto, quindi, anche sulla valorizzazione delle competenze.
"Economia della Bellezza dimostra con numeri e testimonianze concrete, di piccoli e grandi imprenditori del nostro Paese, quanto sia vincente il binomio tra arte e cultura e attività d’impresa. Una unione che crea valore, economico e sociale, e che conferma il ruolo chiave della figura dell’imprenditore-mecenate per lo sviluppo virtuoso della collettività" dichiara Ernesto Fürstenberg Fassio (nella foto), presidente di Banca Ifis.
Dal rapporto di Banca Ifis emerge inoltre come le aziende che investono in arte e cultura siano realtà di lunga tradizione che seguono la storia italiana: il 6% di loro è sul mercato da più di 65 anni e la numerica aumenta durante gli anni ’60 (29% la relativa incidenza), andando a stabilire tra gli anni ‘80 e ’90 quasi il 43% delle imprese con, infine, un altro 22% di tali realtà che ha iniziato a operare nel XXI secolo. Guardando poi alla distribuzione geografica di tali realtà, 18 regioni su 20 hanno all’attivo imprese che evidenziano progettualità su arte e cultura. Di queste, il 79% si concentra nelle regioni del Centro-Nord, sul podio Lombardia (227), Veneto (123) ed Emilia-Romagna (112). Caso a parte l’Umbria che emerge con una penetrazione del 18% sul tessuto imprenditoriale. Per quanto riguarda la dimensione di queste imprese, 8 su 10 registrano un fatturato inferiore ai 250 milioni di euro. Le oltre 700 aziende riscontrate sono distribuite su diversi settori produttivi: moda, meccanica, agroalimentare, solo per citare i primi tre settori composti da imprese che investono in progetti di stampo artistico-culturale. Gli obiettivi che le imprese si sono poste con queste progettualità sono stati approfonditi attraverso un’indagine sul campo che ha coinvolto i decision maker (da imprenditori a Istituzioni come la Camera di Commercio) da cui sono emersi 4 tipologie di aree di intervento: il 52% costruisce relazioni solide con territori e comunità; il 23% comunica con i propri stakeholder esterni; il 12% usa arte e cultura come strumenti di innovazione e di stimolo creativo; il 12% si è concentrato sull’engagement dei dipendenti.
A livello di settori industriali, invece, il comparto delle banche risulta uno dei più vivaci in questa tipologia di investimenti. L’analisi condotta dall’edizione 2024 di Economia della Bellezza ha permesso di individuare 16 gruppi bancari che hanno adottato, in modo strutturato e continuativo, progettualità e iniziative su arte e cultura da cui è emerso che: il 68% delle banche adotta approcci di costruzione di relazioni solide con il territorio e le comunità; il 20% utilizza l’arte e la cultura per comunicare e coinvolgere i propri stakeholder esterni; il 12% considera tali progetti come strumenti di innovazione e stimolo creativo. Forte, e presente trasversalmente a tutte e tre le aree definite, il coinvolgimento dei propri dipendenti. E tra queste banche, una delle più attive, è proprio Banca Ifis. Inoltre, secondo i dati di Economia della Bellezza, l’incremento della produttività dei gruppi bancari con progetti su arte e cultura è pari al 27% nel periodo 2018-2022, superiore al +8% del totale sistema bancario, con una performance pari a oltre tre volte il ritmo medio annuo di crescita del settore e a circa due volte il ritmo annuo di crescita della retribuzione.
"In Banca Ifis abbiamo voluto creare ‘Ifis art’, il brand che riunisce tutte le progettualità per valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese. Si tratta di una piattaforma integrata e aperta sia alle nostre persone che al territorio e che, tra le altre cose, prevede una corporate collection di opere esposta nelle sedi del Gruppo, il Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, a Mestre, il sostegno alle più importanti manifestazioni artistiche nazionali — da Biennale di Venezia a Roma Arte in Nuvola —, oltre a operazioni di assoluto rilievo come l’acquisto e il restauro dell’opera di Banksy ‘Migrant Child’, a Venezia, e del Palazzo San Pantalon, sul quale è stata realizzata", ha aggiunto Ernesto Fürstenberg Fassio.