
LA CONSULENZA finanziaria oggi passa sempre più dal lavoro di squadra per avvicinare competenze diverse e mettere a fattore comune...
LA CONSULENZA finanziaria oggi passa sempre più dal lavoro di squadra per avvicinare competenze diverse e mettere a fattore comune le professionalità. Nel mercato Usa, secondo uno studio di Cerulli Associates, quasi la metà (46%) dei consulenti opera in una struttura basata su un team e studi professionali improntati a questa tipologia di lavoro hanno una media di 250 milioni di dollari in Aum (asset under management), rispetto agli 80 milioni di dollari dei “solisti”, ovvero gli studi in cui il finanziario professionisti gestisce tutti gli aspetti dell’attività. In Italia le cifre non sono ancora queste, ma la strada è tracciata come dimostra il percorso di Banca Generali, tra le realtà più attenti non solo al lavoro in team ma anche al ringiovanimento della rete che passa dal reclutamento di giovani che vengono affiancati a professionisti di grande esperienza con cui sempre più spesso avviano una squadra. "Il lavoro in team rappresenta una grande opportunità per la professione della consulenza finanziaria – afferma Marco Bernardi (nella foto in alto), vicedirettore generale di Banca Generali – Mettere insieme le competenze migliori di diversi professionisti, aumenta i risultati e la qualità del servizio offerto ai clienti. Per questo il modello sta crescendo: i nostri team, che sono formati da un minimo di due banker a un massimo di quattro, coinvolgono ormai circa il 20% della nostra rete. Siamo in prima fila nel sostenere e promuovere questa evoluzione del modello di lavoro, che può essere la finestra ideale di accesso alla professione per i giovani. In questo senso” - ricambio - “il nostro modello prevede team verticali, con il generazionale tra gli obiettivi chiave, realizzati attraverso un percorso comune, in grado di assicurare crescita professionale ai banker più giovani e supporto alle figure più senior".
Il top manager spiega che la domanda di consulenza è in crescita e al tempo stesso il settore registra un’età media in aumento. "Per questo abbiamo accelerato l’inserimento di giovani nella rete attraverso i team, sia per supportare l’attività dei professionisti di maggiore esperienza, sia per formare future competenze, attraverso un travaso di know-how ed esperienza. Formazione e collaborazione, a tutto vantaggio dell’intera rete". Al fianco dei team ‘verticali’, quelli ‘orizzontali’ sono formati invece da banchieri che combinano le loro competenze migliori, per essere in grado di offrire un servizio sempre più completo alla clientela. Questi professionisti si scelgono tra loro per affinità personale e per complementarità professionale, sia di competenze specifiche sia di copertura territoriale.
"In Banca Generali crediamo con forza che fare squadra sia sempre più la strada da seguire per i private banker", chiosa Bernardi. E anche i numeri lo dimostrano: negli Usa, secondo la stessa ricerca, i team sono più produttivi, con una media di 100 milioni di dollari di AuM per consulente rispetto ai 72 milioni di dollari dei solisti e con una dimensione media del cliente di 1,6 milioni di dollari, che si confronta col milione di dollari in media del cliente dei solisti. Il lavoro di squadra, inoltre, permette anche di avvicinare competenze e istruire i giovani – che sono le risorse del futuro – alla professione. "Nel 2024 abbiamo inserito oltre 150 colleghi, con un’età media inferiore ai 45 anni. Crediamo nel valore dei giovani da accompagnare nel percorso professionale così come delle donne banker che si confermano un pilastro sempre più importante nelle nostre relazioni coi clienti. Per loro abbiamo previsto non solo dei programmi ad hoc di sviluppo, ma anche degli ambiti di confronto e guida dedicati supportati da un Sales Manager di grande esperienza, che ha al centro dei propri obiettivi propri la cura e realizzazione del talento", spiega ancora Bernardi.
Gli ingredienti che fanno funzionare il team sono la complementarità di esperienze, il supporto e la cooperazione, la visione d’insieme e la centralità del cliente. Queste caratteristiche hanno favorito la combinazione di profili, con il contributo dei giovani sempre più apprezzati e frequentati al fianco di banchieri di standing. "Abbiamo delle storie di grande successo di team straordinari tra i colleghi, e il modello sta continuando a evolvere assumendo anche i tratti di vere e proprie piccole boutique con esperienze e conoscenze molto utili non solo alla pianificazione finanziaria e diversificazione di investimenti, ma anche alle importanti sfide legate al dialogo generazionale, le tematiche successorie e il confronto patrimoniale allargato al perimetro di impresa".
Lo sviluppo da 25 miliardi di masse di una dozzina d’anni fa agli oltre 103 miliardi di adesso sono la prova concreta "dell’eccellenza che la banca riesce a esprimere e della capacità di far crescere i talenti all’interno della nostra struttura. Crediamo di avere tutte le carte per continuare a giocare un ruolo da protagonisti nel nostro settore, forti del valore unico che sappiamo dare all’asset più importante in questo lavoro: le persone". Il ringiovanimento della rete è importante, ma il focus rimane anche sugli ingressi di esperienza e qualità. "Stiamo raccogliendo molto interesse da banker di ascensore standing che ambiscono a venire in contatto con la nostra realtà per le opportunità di crescita in un ecosistema d’offerta distintivo negli investimenti e nel Wealth Management. L’accelerazione di queste settimane – conclude Bernardi – ci fa guardare con fiducia e ottimismo ai risultati dei prossimi mesi. La nostra caratteristica di banca private di alto profilo ha fatto avvicinare professionisti in grado di seguire e contribuire alla crescita e capacità di intercettare una clientela di primordine cui offrire una gamma di elevato standing".