Sabato 27 Luglio 2024

Fico chiude. "Progetto da rivedere". Farinetti lancia il Grand Tour Italia

A dicembre stop al parco agroalimentare bolognese. Riaprirà in aprile con un nuovo nome. Investitori preoccupati

Fico chiude. "Progetto da rivedere". Farinetti lancia il Grand Tour Italia

Fico chiude. "Progetto da rivedere". Farinetti lancia il Grand Tour Italia

BOLOGNA

Il parco agroalimentare Fico chiude a fine dicembre per risorgere nell’aprile 2024 con il nuovo nome di ‘Grand Tour Italia’. Che l’enorme cittadella del cibo nella prima periferia di Bologna fosse un progetto discusso lo si è visto nel corso degli anni, tra vari progetti di ristrutturazione e difficoltà, come quelle portate dal Covid-19. La notizia della chiusura, però, sotto le Torri è arrivata come una doccia fredda per molti. Soprattutto per alcuni soci del parco. Oscar Farinetti, patron di Eataly, ha rivelato il futuro di Fico ai microfoni di ‘Uno nessuno 100Milan’, parlando con il padrone di casa Alessandro Milan, cui ha raccontato tutto il progetto ammettendo anche il suo fallimento: "Fra le cose che non mi sono venute bene, c’è anche Fico. È un progetto da rivedere". Farinetti ha pure offerto un nuovo volto dell’imprenditore che può sbagliare, perché "in genere gli imprenditori quando una cosa va male dicono ‘Non siamo stati compresi’, invece la probabilità è che su questo progetto sono io che mi sono spiegato male".

Con molta semplicità, anche se si parla del più grande parco agroalimentare del mondo, che aprì nel novembre 2017 e su 80mila metri quadrati conta 40 fabbriche, 40 ristoranti, tantissime botteghe, il mercato, aule didattiche, giostre educative, un centro congressi, un cinema e un teatro e all’esterno oltre due ettari di terreno per coltivazioni e stalle, l’imprenditore di Alba – classe 1954 – inizia a raccontare la sua nuova visione per la ex Fabbrica Italiana Contadina (acronimo di Fico, appunto), in futuro trasformata in un viaggio italiano gastronomico.

Una sorta di Italia del cibo in miniatura, per citare il famoso parco tematico fondato nel 1970 da Ivo Rambaldi a Rimini: "Rappresenterà il viaggio nell’Italia, nelle regioni. Si entrerà in Valle d’Aosta, si uscirà dalla Sicilia e dalla Sardegna, passando in mezzo a tutte le altre – anticipa Farinetti –. Racconteremo la biodiversità delle regioni italiane con le osterie che cambieranno tutti i mesi, nel mondo Slow Food, e verranno tutti i mesi a portare robe nuove da mangiare, grandi aree didattiche, le regioni italiane che porteranno il loro ‘folk’, cioè le loro manifestazioni locali. Sarà una cosa strepitosa e bellissima e Fico sarà più bello e più grande di prima".

L’annuncio, soprattutto per i modi e i termini, non è passato inosservato. A storcere il naso e rimanere "stupiti", oltre che i politici e rappresentanti delle istituzioni, sono stati gli investitori del territorio bolognese che, fin dalla sua genesi, hanno sostenuto il progetto. Attraversando la pandemia, infatti, a gennaio 2021 Eataly World ha promosso un nuovo piano industriale con il benestare del Fondo Pai - Parchi Agroalimentari Italiani Comparto A, gestito da Prelios Sgr e sottoscritto da oltre 25 investitori.

Tra questi c’è anche Daniele Ravaglia, presidente di Confcooperative Bologna: "Non faccio valutazioni sul nuovo progetto, mi auguro solo che sia la volta buona – chiosa –. Quello che trovo poco comprensibile è che privati e associazioni che hanno investito imparino dai giornali che Fico chiuda. Sono preoccupato per le ricadute economiche".

Benedetta Cucci

Francesco Moroni