La copertura in fibra ottica oggi riguarda circa il 60 per cento delle unità immobiliari del Paese. Un dato che allinea l’Italia alla media europea all’interno di una vera e propria rivoluzione digitale, trainata in larga misura dall’espansione della rete in fibra ottica. L’FTTH, la fibra fino a casa, garantisce una connessione internet con una velocità di trasmissione dati pari a 1 Gigabit al secondo, con un altissimo grado di affidabilità e sostenibilità.
Open Fiber, l’azienda wholesale che posa la fibra ottica FTTH nel Paese, sta giocando un ruolo fondamentale nel portare la connettività ultraveloce nelle case e nelle imprese italiane. Nell’edizione di fine anno di Telco per l’Italia, tradizionale appuntamento del settore che si è tenuta ieri a Roma – con il titolo ’Un piano Marshall per l’innovazione’ – sono stati esaminati i principali dossier che le società di telecomunicazioni dovranno affrontare nel 2025.
Per quanto riguarda la fibra ottica l’amministratore delegato di Open Fiber, Giuseppe Gola, ha sottolineato che "il 2025 vedrà il completamento del progetto BUL nelle aree bianche e la relativa incentivazione all’adozione della cittadinanza all’utilizzo della fibra nei comuni coinvolti. In contemporanea, ci sarà un’ulteriore accelerazione dello sviluppo di nuova infrastruttura per 24mila chilometri nell’ambito del Piano Italia a 1 Giga per consentire il raggiungimento dei target fissati dal Pnrr e la contestuale apertura alla vendibilità dei comuni raggiunti".
Il piano di copertura delle cosiddette ’aree bianche’, ovvero quelle zone del Paese più remote e scarsamente servite da infrastrutture digitali, è ormai al traguardo. Open Fiber ha già completato i lavori in tre regioni e prevede di chiudere tutti i cantieri entro la fine del 2025, portando la fibra a oltre 8,8 milioni di unità immobiliari. Parallelamente, l’azienda sta accelerando sullo sviluppo del piano ’Italia a 1 Giga’, finanziato dal Pnrr, che mira a fornire connessioni ultraveloci a un numero sempre maggiore di cittadini. Grazie a una serie di iniziative, Open Fiber ha impresso un’accelerazione, collegando oltre 715.000 civici entro la fine del 2024.
La recente nascita di Fibercop, a seguito della vendita della rete fissa da parte di Tim, ha modificato profondamente il panorama competitivo del mercato delle telecomunicazioni italiano. La presenza di due operatori infrastrutturali wholesale, Open Fiber e Fibercop, offre nuove opportunità perché può aumentare la competitività e ridurre i prezzi per i consumatori.
"Il livello di sovrapposizione delle due reti è solo in parte a livello delle aree nere, mentre nel resto del territorio risulta complementare", ha specificato Gola. Tuttavia, nonostante l’elevata copertura in fibra ottica, l’Italia soffre ancora di un basso tasso di adozione di queste tecnologie rispetto ad altri paesi europei, come Spagna e Francia. Per superare questo ostacolo, è necessario accelerare il processo di spegnimento della rete in rame e promuovere una maggiore consapevolezza dei vantaggi offerti dalla fibra.
A questo proposito, Open Fiber ha messo a punto un ambizioso progetto pilota in alcuni piccoli borghi, con l’obiettivo di dimostrare concretamente i benefici della fibra ottica e incentivarne l’adozione da parte dei cittadini, che a tuttora è ferma al 27 per cento (a fronte di una media UE del 54 per cento).
"Abbiamo lanciato una sperimentazione di migrazione massiva – ha illustrato l’ad Gola – su reti in fibra in 5 comuni delle aree bianche. A Milano abbiamo una copertura in fibra molto significativa e renderla la prima metropoli europea copperless, ossia senza vecchie reti in rame, è un obiettivo possibile anche in tempi brevi, con la partecipazione di tutti gli attori e il sostegno dei policy makers".