Washington, 31 luglio 2019 - Il Fed - Federal Reserve System - ha deciso di mettere fine al suo programma di riduzione del bilancio in anticipo rispetto ai tempi previsti. Il Fomc, braccio operativo del Fed, attraverso un comunicato, ha spiegato che ridurrà il bilancio nel mese di agosto, "due mesi prima di quanto precedentemente indicato". Federal Reserve taglia i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali nel range compreso tra il 2,00% e il 2,25%, invertendo la rotta seguita fino a dicembre 2018, data dell'ultimo rialzo del costo del credito. Il taglio dei tassi d'interesse, si legge nella nota, "sostiene la visione del Comitato per cui un'espansione sostenuta dell'attività economica, condizioni forti del mercato del lavoro e un'inflazione vicina all'obiettivo simmetrico del Comitato del 2% siano gli esiti più probabili, ma permangono le incertezze in merito a questa prospettiva".
PREVENZIONE CRISI - La Fed imbocca quindi la strada della prudenza, almeno per ora. L'istituto di Washington sarà la prima grande banca centrale ad agire concretamente in via preventiva per evitare una nuova crisi, far ripartire l'inflazione e contrastare un possibile rallentamento dell'economia Usa, che non va per niente male, ma che molti temono possa mostrare dei segnali di cedimento soprattutto a causa delle tensioni commerciali. Un segnale evidente di questa incertezza è stato il dato sulla crescita del Pil Usa nel secondo trimestre, diffuso venerdì scorso. L'economia a Stelle Strisce tra aprile e giugno è cresciuta del 2,1%, meglio dell'atteso +1,8% ma peggio del +3,1% registrato nei primi tre mesi dell'anno. Donald Trump che aveva promesso una crescita del 3% quest'anno, non ha mai smesso di attaccare il presidente della Fed, Jerome Powell, reo, a sui dire di non aver abbassato abbastanza i tassi Usa e di aver così frenato l'economia. "Ci vorrebbe un Draghi al suo posto", aveva tuonato il tycoon.
LA VOTAZIONE - La decisione della Fed di tagliare i tassi di interesse di un quarto di punto non è stata presa all'unanimità. Esther George, il presidente della Fed di Kansas City, e Eric Rosengren, il presidente della Fed di Boston, hanno votato contro. George e Rosengren avrebbero preferito il mantenimento dello status quo.
I RISULTATI - Dollaro in rafforzamento sull'euro dopo l'annuncio della Fed. La moneta unica scambia contro 1,1103 biglietti verdi, in calo dello 0,44% rispetto alla precedente chiusura.