Tagliare i tassi troppo rapidamente comporta rischi. È il parere della maggior parte dei membri della Fed, secondo quanto emerge dai verbali della riunione del 30 e 31 gennaio. "I partecipanti hanno sottolineato l‘incertezza associata alla durata di una politica monetaria restrittiva che dovrebbe essere mantenuta" per riportare l‘inflazione all‘obiettivo del 2%, si legge nei verbali. Solo un paio di banchieri hanno sottolineato i rischi al ribasso per l‘economia associati al mantenimento di una postura eccessivamente restrittiva per troppo tempo. In generale, i policymaker concordano sul fatto che sono necessarie maggiori conferme del calo dell‘inflazione prima di prendere in considerazione il taglio dei tassi.
Parole che sembrano enfatizzare un approccio attento e probabilmente più lento dei tagli dei tassi che gli operatori di mercato si aspettano a giugno. Nella riunione di gennaio, la Fed ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento stabile nell‘intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,50% fissato a luglio, e ha aperto la porta a tagli dei tassi una volta che i banchieri "abbiano acquisito maggiore fiducia che l‘inflazione si stia muovendo in modo sostenibile" verso l‘obiettivo del 2%.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha già sostanzialmente escluso un taglio dei tassi alla riunione del 19-20 marzo. I dati macro pubblicati dopo l‘ultima riunione della Fed hanno mostrato una crescita dell‘occupazione e dell‘inflazione più forti del previsto a gennaio.
Alberto Levi