Torino, 27 maggio 2019 - Fca ha presentato una proposta per una fusione con il gruppo Renault "per creare uno dei principali gruppi automobilistici al mondo". In caso di accettazione il 'matrimonio' sarà alla pari: secondo quanto si legge nella nota diffusa da Fca infatti la società risultante dalla fusione sarà detenuta per il 50% dagli azionisti di Fca e per il 50% dagli azionisti di Groupe Renault, una struttura di governance paritetica e una maggioranza di consiglieri indipendenti. E se Fiat Chrysler si dice "impaziente" di lavorare con il gruppo Renault, la società francese - partecipata dallo Stato transalpino al 15% - fa sapere che la proposta sarà valutata nel corso del cda di questa mattina. Intanto, Borghi (Lega) dichiara che l'ingresso dello Stato italiano in Fca per controbilanciare il ruolo della Francia "potrebbe essere un'idea".
Fca-Renault, la proposta di accordo
Nel dettaglio, secondo i termini della proposta, gli azionisti di ciascuna società riceverebbero una quota azionaria equivalente nella Società risultante dalla fusione. L'aggregazione verrebbe effettuata come operazione di fusione sotto una capogruppo olandese. Il Consiglio di Amministrazione della Società risultante dalla fusione - viene sottolineato - sarebbe inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di consiglieri, 4 ciascuna, in rappresentanza di FCA e Groupe Renault ed uno designato da Nissan. Inoltre, non sarebbero trasferiti i diritti di doppio voto oggi esistenti. Tuttavia, tutti gli azionisti avrebbero la possibilità di acquisire loyalty voting rights dal completamento della transazione nell'ambito di un sistema di loyalty. La Società capogruppo sarà quotata sulla Borsa Italiana (Milano), Euronext (Parigi) e al New York Stock Exchange.
Sempre nella nota si precisa che la fusione non comporterà nessuna chiusura di stabilimento perché i benefici dell'operazione deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie.
Fca stima oltre 5 miliardi di euro di sinergie annuali in aggiunta alle sinergie esistenti nell'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. L'aggregazione delle attività - spiega sempre la nota - metterà insieme punti di forza complementari. Il portafoglio marchi fornirebbe una copertura completa del mercato con una presenza in tutti i segmenti chiave dai marchi di lusso e premium come Maserati e Alfa Romeo, Dacia e Lada e includerebbe Fiat, Renault, Jeep e Ram così come i veicoli commerciali.
Fca stima, basandosi sulla propria esperienza, che circa il 90% delle sinergie deriverebbe da risparmi di acquisto (40%), efficienze R&S (30%), produzione e efficienze delle attrezzature (20%). In queste stime sui risparmi sarebbe inclusa la possibilità di ridurre il numero complessivo di piattaforme di veicoli di circa il 20% e delle famiglie di motori di circa il 30%. Si prevede che il totale delle sinergie stimate sarà raggiunto entro la fine del sesto anno dalla chiusura dell'operazione, con circa l'80% raggiunto nel quarto anno. Tenendo conto dell'impatto dei circa 3-4 miliardi di euro dei costi di implementazione cumulativi, si stima che le sinergie produrrebbero un flusso di cassa netto neutro nel primo anno e positivo a partire dal secondo anno in avanti.
Per Fca una più ampia collaborazione con il gruppo Renault tramite una aggregazione "migliorerebbe sostanzialmente l'efficienza del capitale e la velocità nello sviluppo dei prodotti". Il progetto è anche "rafforzato dal bisogno di prendere decisioni coraggiose per cogliere su larga scala le opportunità che si sono create nel settore automobilistico in campi come la connettività, l'elettrico e i veicoli a guida autonoma".
MANLEY - "Se questa fusione andrà avanti, la nascita della nuova società potrebbe richiedere più di un anno", scrive intanto l'amministratore delegato di Fca, Mike Manley, in una lettera ai dipendenti del gruppo sulla fusione. "In questo momento la strada migliore da seguire è continuare con la vostra costante dedizione nel rispettare i nostri impegni. Io farò la stessa cosa", aggiunge. "Crediamo che i benefici che matureranno da una fusione tra Renault e Fca si estenderanno anche ai partner dell'alleanza Mitsubishi e Nissan. E non vediamo l'ora di coinvolgerli in opportunità ancora più grandi e reciprocamente vantaggiose", conclude.
REAZIONI - L'ingresso dello Stato in Fca per bilanciare il ruolo della Francia "potrebbe essere un'idea". Lo ha detto il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, intervistato da Enrico Mentana su La7. "Tutto andrà guardato con attenzione, questa operazione darà vita al primo produttore di auto al mondo", ha sottolineato. "Staremo molto attenti a far sì che un patrimonio della storia italiana sia valorizzato altrimenti interverremo", ha aggiunto Borghi evidenziando la "piccola anomalia" rappresentata del 15% di Renault in mano alla Francia.
Sulla possibile fusione è intervenuto anche il vicepremier, Matteo Salvini. "Se Fiat cresce è una buona notizia - ha detto -, conto che sia un'operazione brillante e che tuteli i posti di lavoro nel paese e porti a fare crescere un gigante europeo dell'automobile".
Fca in Borsa
Schizza il titolo Fca a Piazza Affari, arrivando a toccare in mattinata un clamoroso +19%. Quindi dopo le 11.30 modera i guadagni a +10,6% per poi ricominciare a la corsa, +12% alle 13. Fiat Chrysler traina anche Ferrari, anche se l'operazione non ha alcuna ricaduta sulla casa di Maranello. Il titolo del Cavallino nella prima parte della seduta saliva dell'1,5% circa e ha toccato un nuovo massimo storico intraday a 130,65 euro per azione, superando quello di 129,47 euro fissato a giugno 2018. Poi ha ridotto i guadagni a meno di mezzo punto percentuale. Bene anche Renault che a Parigi cresce in mattinata del 13,5%, dopo aver toccato un rialzo del 16%.