Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Facile.it «È il momento giusto per accendere un mutuo»

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NUOVO Quantitative Easing, taglio dei tassi sui depositi presso l’Eurotower e aumento della durata delle Tltro (Targeted Longer-Term Refinancing Operations): ma quali sono i possibili effetti su mutuatari e aspiranti mutuatari italiani? Secondo Facile.it e Mutui.it, «l’annuncio di un nuovo Quantitative Easing per una durata indefinita, insieme alla volontà della Bce di mantenere i tassi ‘ai livelli attuali o più bassi’ fino all’avvicinamento dell’obiettivo inflazionistico (2%), è una buona notizia per tutti coloro che hanno già sottoscritto un finanziamento».

«Chi ha un mutuo variabile potrà continuare a godere delle condizioni estremamente favorevoli del mercato per un periodo ancora più lungo di quanto non ci si aspettasse anche solo qualche giorno fa – spiega Ivano Cresto (nella foto), responsabile mutui di Facile.it – Chi ha un mutuo a tasso fisso, invece, potrebbe approfittare di una nuova finestra per surrogare il proprio finanziamento e ridurre così il peso degli interessi. Guardando ai tassi attuali, chi ha sottoscritto un mutuo a gennaio 2019, surrogandolo oggi, potrebbe risparmiare 500 euro l’anno di interessi».

MA LA VOLONTÀ della Bce di continuare a iniettare denaro nel sistema e adottare una politica espansiva per un lungo periodo di tempo, spiegano gli analisti dei due portali, «è una buona notizia anche per tutti coloro che stanno valutando l’acquisto di un immobile». «Da un lato, l’allungamento della durata delle Tltro, che potrebbe aumentare la capacità delle banche aderenti di finanziare l’economia reale; dall’altro, il nuovo Quantitative Easing, che potrebbe contribuire ad abbassare il costo di finanziamento per le banche italiane e che, a loro volta, potrebbero scegliere di ridurre gli spread applicati ai nuovi mutui», spiegano Facile.it e Mutui.it. «In questa prima parte dell’anno i tassi dei mutui sono calati facendo segnare nuovi record storici eppure, secondo i dati ufficiali, le richieste di finanziamento sono diminuite – spiega Cresto – Un segnale evidente di come le politiche monetarie della Bce, da sole, non siano sufficienti a rilanciare la domanda e ora spetta alle politiche fiscali adottate dai singoli stati stimolare il mercato».