Milano, 28 marzo 2018 - Partono in rosso ma limano le perdite in chiusura le Borse europee, sofferenti a causa dello scivolone di Wall Street e delle piazze asiatiche, dopo lo scandalo dei dati di Facebook manipolati per fini elettorali dalla società Cambridge Analytica che ha fatto crollare i giganti del web in Borsa. Ieri le perdite dei grandi titoli tech hanno affossato il Nasdaq (in perdita di più del 3%): Twitter ha perso il 12%, seguito da Facebook (-4,92%), Google (-4%) e Microsoft (-3,78%). Male anche il Dow Jones, che dopo aver perso l'1,4%, oggi torna a respirare in apertura grazie alla crescita oltre le aspettative dell'economia americana nel quarto trimestre (+2,9%). A far chiudere in perdita le borse asiatiche è invece la guerra dei dazi Tra Stati Uniti e Cina, con Tokyo che cede il 2,5% e Shangai l'1,40%. In perdita anche Hong Kong (-2,34%) e Mumbai (-0,4%).
Dopo una mattinata difficile, nel pomeriggio le Borse hanno ridotto le perdite e alcune sono riuscite a chiudere poco sopra la parità: Londra termina la seduta a +0,3%, Francoforte arretra dello dello 0,7% e Parigi dello 0,2%. A Milano l'indice Ftse Mib chiude in positivo (+0,3%), risollevata dalla prestazione positiva delle utility: Eni, Terna, Snam, A2a e Italgas. Difficoltà per il comparto tech, con il titolo Stmicroelectronics che chiude a - 5,37% dopo l'annuncio della sospensione dei test sui veicoli a guida autonoma da parte di Nvidia. Sul mercato valutario, l'euro torna a calare, raggiungendo quota1,2388 dollari. Cala anche lo yen, che accusa il colpo delle tensioni in Corea del Nord e fa registrare un rapporto euro/yen di 130,8 e dollaro/yen di 105,6.
Scandalo Facebook, ultimatum dell'Ue: "Risposte entro due settimane"
ACQUE AGITATE PER FACEBOOK E AMAZON - Dall'inizio dello scandalo sul furto di dati ad opera di Cambridge Analytica, il titolo Facebook ha perso complessivamente il 22%, bruciando più di 80 miliardi di dollari, dopo che la Federal Trade Commission aveva confermato l'apertura di un'inchiesta. Il gigante social rischia davvero grosso: una super multa da migliaia di miliardi di dollari per violazioni sulla privacy. Ieri lo stesso Zuckerberg ha fatto sapere che non si presenterà davanti alla Commissione parlamentare britannica che indaga sul caso, delegando uno dei suoi collaboratori.
Guai all'orizzonte anche per Amazon, dopo che il sito Axios ha diffuso indiscrezioni secondo cui il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump sarebbe "ossessionato" dalla società di Jeff Bezos e starebbe escogitando un piano per farle pagare più tasse. Le voci hanno avuto un forte impatto sul titolo del gigante dell'e-commerce che dopo aver perso il 3,9% nella giornata di ieri, ora sta cedendo il 7%.