Sabato 27 Luglio 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Evasione fiscale, solo il 20% delle somme accertate viene poi riscosso

L’Agenzia delle Entrate ha registrato lo scorso anno un record di recupero dell’evasione fiscale: sono stati incassati 24,7 miliardi di euro, la somma più alta di sempre

Roma, 26 luglio 2024 – L’Agenzia delle Entrate ha registrato lo scorso anno un record di recupero dell’evasione fiscale: sono stati incassati 24,7 miliardi di euro, la somma più alta di sempre. Ma solo il 20% delle somme accertate viene poi materialmente incassato, come ha dichiarato nei giorni scorsi il direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini durante l’audizione in commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. Resta quindi un enorme tesoretto da riportare nelle casse del Fisco, cosa però non facile a causa dell’incapienza di molti evasori.

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Solo il 20% delle somme accertate di evasione fiscale viene poi riscosso

Ma andiamo con ordine. Rispetto ad una evasione che si stima tra gli 80 e i 90 miliardi, nel 2023 è stato anche registrato un aumento delle somme versate spontaneamente dai cittadini per i principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate. Alcune zone d’Italia sono più critiche per evasione fiscale: si tratta di provincie situate in Molise, Basilicata e Calabria. Ma grazie alle misure straordinarie adottate dall’Agenzia delle Entrate negli ultimi anni, a fianco delle tradizionali azioni di controllo sui contribuenti e all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, sono stati recuperati crediti fiscali per una cifra record nel 2023: lo ha comunicato l’AdE stessa, precisando che si tratta del gettito più alto mai registrato sino ad oggi.

Nel dettaglio, come spiega il Fisco, nel 2023 sono stati recuperati 24,7 miliardi di euro rispetto ai 20,2 miliardi del 2022 (+22%) grazie alle misure straordinarie di rottamazione delle cartelle esattoriali, ai numerosi controlli fiscali eseguiti sui contribuenti e anche grazie alle somme versate spontaneamente dai cittadini.

Dei 24,7 miliardi, 19,6 miliardi grazie ai controlli ordinari e 5,1 miliardi dalle misure straordinarie, compresa la rottamazione delle cartelle. A questi numeri si devono aggiungere anche i versamenti volontari effettuati dai contribuenti per regolarizzare le proprie posizioni. Ma la lotta all’evasione fatica a tradursi in incassi reali. Infatti, l’80% delle maggiori entrate accertate con la lotta all’evasione non viene poi riscosso. Quel che emerge, secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, è che sono necessarie procedure più mirate per procedere ai pignoramenti, in particolar modo quelli sui conti correnti, e occorre invertire le statistiche attuali che vedono la gran parte delle azioni cadere nel vuoto perché i debitori non hanno patrimoni o disponibilità su cui rivalersi o da poter aggredire dal lato economico. Durante la sua audizione Ruffini ha sottolineato che le banche dati di cui dispone l’agenzia delle Entrate sono “molto complete” ma ha ribadito ai parlamentari la necessità di sostenere il rafforzamento del personale: infatti, il piano dei concorsi programmati dalle Entrate porterà alla messa in campo di 11mila nuove risorse entro quest’anno, ma, ciononostante, l’Agenzia è sotto organico di circa 8 mila unità.

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Ruffini ha poi posto l’accento su quali siano i problemi del sistema di recupero del fisco italiano. “Grazie al lavoro della Guardia di Finanza – ha detto – individuiamo una buona quota dell’evasione fiscale esistente nel nostro Paese” ma il problema diventa poi quello del recupero dei denari sottratti al Fisco. Infatti, a fronte di un’evasione fiscale individuata pari a 100 tra imposte, sanzioni e interessi, il recupero è al di sotto di 20 e questo non per inefficienza degli Uffici. Quel che serve sono una serie di interventi che, passando da una velocizzazione dei meccanismi di incasso, mettano in campo una “razionalizzazione dell’intervento nelle procedure mobiliari, che sono i conti correnti o i rapporti di fornitura costante presso terzi”. L’ultima legge di Bilancio va in questa direzione in modo da evitare che l’attività fatta da Agenzia Entrate Riscossione cada nel vuoto visto che oltre il 70% dell’attività di recupero non va a buon fine in quanto viene effettuata verso soggetti incapienti. Tra i temi sentiti dalla commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria c’è anche quello di un miglioramento dei rapporti con i contribuenti. Secondo Ruffini, utilizzare la capacità operativa dell’agenzia delle Entrate per informare il contribuente del motivo dell’azione di accertamento, di recupero, di contestazione, attività di per sé essenziale e giusta, ha l’effetto di diminuire “il numero degli accertamenti” a meno che non si aumenti il personale.