Sabato 22 Febbraio 2025
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Nuovo record nel recupero dell’evasione fiscale: 24,7 miliardi di euro

Le regioni con maggiori criticità risultano essere Molise, Calabria e Basilicata, Puglia e Sardegna. Le nuove norme di contrasto al fenomeno delle partite Iva ‘apri e chiudi’ hanno permesso di chiudere d’ufficio 2.300 attività fittizie

Nuovo record nel recupero dell’evasione fiscale (ImagoE)

Nuovo record nel recupero dell’evasione fiscale (ImagoE)

Roma, 14 febbraio 2025 – È da sempre la paura di ogni italiano: quella di ricevere una lettera dall’Agenzia delle Entrate, per qualche omissione nel pagamento delle tasse, o a seguito di accertamenti fiscali. Eppure, in Italia la lotta all’evasione non ha sempre raggiunto risultati positivi, con tante posizioni che alla fine venivano stralciate per l’impossibilità di recuperare l’importo evaso. Grazie però ad alcune modifiche normative, e a nuovi strumenti di controllo e incrocio dei dati, nel 2023 il Fisco italiano è riuscito a recuperare 24,7 miliardi di euro, la somma più alta fino ad oggi mai incassata.

I dati ufficiali

Dei 24,7 miliardi di euro recuperati, 19,6 sono arrivati con azioni di controllo e verifica dei dati, 5,1 miliardi con misure straordinarie e rottamazione delle cartelle. La parte restante è stata invece versata in maniera autonoma dai contribuenti che desideravano regolarizzare la propria posizione fiscale. Nell’anno precedente, erano stati recuperati “solo” 20,2 miliardi di euro, dunque il 22% in meno. Le regioni con maggiori criticità risultano essere Molise, Calabria e Basilicata, Puglia e Sardegna. La provincia con il più alto indice di inaffidabilità fiscale è Isernia (62,9%), mentre quella con il dato più basso, e dunque la più affidabile è Trento (50,1%).

Nei dati ufficiali rilasciati dall’Agenzia delle Entrate, si evidenzia anche l’aver evitato frodi derivanti dal bonus per l’edilizia, per almeno 9,5 miliardi di euro, grazie all’uso di misure di prevenzione. Tra i fattori che incidono e aumentano il rischio di evasioni, si segnalano in particolare l’introduzione del regime forfettario, con conseguente mancata dichiarazione dei redditi, i bonus per l’edilizia, il lavoro in nero, e poi le imposte a carico delle aziende quali Irpef, Ires e Irap che sono quelle maggiormente evase. Ciò che invece ha contribuito al recupero maggiore di soldi evasi, è stata la rottamazione delle cartelle, che ha portato a 4,3 miliardi di euro riscossi, la pace fiscale, che ha fatto raccogliere 245 milioni di euro, e la chiusura delle “liti pendenti”, così definite nella Legge di Bilancio 2023, che ha fatto incassare 586 milioni di euro. Sono stati recuperati 11,6 miliardi di euro da versamenti diretti, 4,2 miliardi da attività di promozione della compliance e 3,8 miliardi da cartelle di pagamento affidate ad Agenzia delle Entrate-Riscossione. Un dato interessante è stato l’aumento delle somme versate spontaneamente dai cittadini per il recupero di tributi gestiti dall’Agenzia: nel 2023 sono stati recuperati più di 536 miliardi di euro, con un incremento di oltre 26 miliardi (+5%) rispetto all’anno precedente.

Le principali attività anti-frode

Le nuove norme di contrasto al fenomeno delle partite Iva “apri e chiudi”, hanno permesso di chiudere d’ufficio 2.300 attività fittizie, mentre i controlli preventivi hanno portato a scoprire 2,2 miliardi di crediti legati al bonus edilizio, compreso il Superbonus 110%, non reali. Inoltre, grazie all’intensificazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate si sono ridotte anche le uscite per un totale di 7,6 miliardi di euro per crediti fittizi, indebite compensazioni e rimborsi Iva non spettanti.