Roma, 26 novembre 2024 – L’evasione fiscale è un fenomeno molto diffuso che è in grado di influenzare, in negativo, l’economia dei Paesi dove queste pratiche si verificano con maggiore frequenza. Si tratta di un fenomeno decisamente complesso e in grado di assumere diverse forme, motivo questo che non lo rende sempre facilmente identificabile nelle fasi iniziali dell’operazione. A livello generale è possibile dire che l’evasione fiscale si sostanzia nell’attività di un soggetto chiamato alla contribuzione in uno Stato che, in via intenzionale, decide di non pagare le tasse facendo ricorso a pratiche irregolari e illegali. L’obiettivo di questi individui, come intuibile, è ridurre il proprio onere fiscale, con tutto ciò che questo implica nei confronti della società e degli altri contribuenti: meno persone pagano le tasse più alto sarà il danno per tutti e le spese che i cittadini dovranno sostenere nel tempo per permettere alle Casse dello Stato di non andare in rosso e continuare a garantire i servizi essenziali. L’impatto dell’evasione fiscale può dunque essere determinante per un Paese, motivo questo che ha spinto a nuove e moderne operazioni di contrasto da parte delle istituzioni.
Tipologie di evasione fiscale
Con evasione fiscale si possono intendere una serie di operazioni illegali che mirano a ridurre il peso delle tasse dovute da un determinato soggetto. Una delle pratiche più diffuse è la mancata emissione della fattura o di altri documenti fiscali che permettano allo Stato di conoscere l’avvenuta operazione. È la situazione tipica in cui chi vende un bene o servizio trova un accordo con chi compra per evitare di formalizzare l’acquisto, spesso garantendo uno sconto sul costo totale dell’operazione. Il vantaggio sarà dunque per tutti i soggetti coinvolti, con il cedente che non dovrà dichiarare il ricavo e l’acquirente che pagherà di meno un dato bene o servizio. Lo svantaggio, però, è tutto per il sistema fiscale che perde, o meglio non ne ha mai, traccia dell’operazione avvenuta, con le ripercussioni che nel lungo periodo colpiscono anche il mercato, distorcendolo, e penalizzano la libera e corretta concorrenza. Questo tipo di pratica è molto diffusa soprattutto nel settore dei servizi così come in quello della vendita al dettaglio.
Un’altra forma di evasione fiscale molto diffusa è quella che vede il venditore non dichiarare il reddito percepito. In questo caso il soggetto emette i documenti fiscali all’acquirente, comprensivi di Iva, ma non riferisce l’operazione all’Agenzia delle Entrate. Il vantaggio è tutto a favore di chi vende, con l’acquirente che paga tasse aggiuntive che non verranno poi corrisposte dal venditore al Fisco. Il venditore, infatti, attua in questo caso una sottrazione di ricavo all’imponibile fiscale, evitando in questo modo di dichiararlo. Alcuni esempi di questa tipologia di evasione fiscale sono la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi o l’omessa consegna della dichiarazione di successione ereditaria nei casi in cui questa è obbligatoria.
Vediamo ora una tipologia di evasione fiscale che si sostanzia nel mancato versamento delle imposte dichiarate. In questo caso specifico il venditore emette la fattura di una data operazione svolta, ma omette di versare al Fisco le imposte dovute. È lo scenario tipico per aziende e imprenditori in difficoltà economiche che, pur avendo coscienza dei loro obblighi fiscali, decidono in maniera arbitraria di non pagare le tasse dovute in attesa di periodi finanziariamente migliori. Per l’Erario è un danno molto pesante, visto che le sue possibilità di riuscire a recuperare le somme mancanti in tempi brevi sono molto limitate. La conseguenza è che le casse pubbliche sono più vuote, con il sistema Paese che necessita di nuove misure di controllo e recupero dei redditi.
In ultimo, non certo per gravità e danno arrecato al Fisco, ci occupiamo della tipologia di evasione fiscale che si sostanzia sulle false compensazioni di crediti. È una vera e propria frode fiscale, anche molto sofisticata, che richiede al contribuente l’utilizzo di tecniche e stratagemmi contabili non di certo banali che possano permettere di compensare i debiti fiscali con crediti fittizi o inesistenti. Un esempio tipico di questo tipo di truffa fiscale è quello delle imprese che dichiarano crediti fiscali in realtà mai maturati con il solo scopo di compensare il proprio debito verso l’Erario. Spesso questo comportamento è ben più complesso, arrivando a coinvolgere più persone interessate e prevedendo una serie di operazioni simultanee elaborate con l’unico scopo di eludere il Fisco. Tale complessità di operazioni coinvolge spesso soggetti molto informati, dei veri e propri professionisti della truffa fiscale ai danni dello Stato che sfruttano opportunità, come i bonus edilizi o altre agevolazioni, per espandere sempre più il valore dei loro crediti fittizi da portare in compensazione. L’impatto negativo per lo Stato è altissimo visto che, anche in caso di scoperta dell’operazione illecita, è molto lento e complesso il processo di recupero delle somme mancanti.
Forme di contrasto all’evasione fiscale
Contrastare l’evasione fiscale non è un’operazione facile per uno Stato, ma è altrettanto vero che si tratta di una pratica vitale per risanare i conti e permettere al sistema Paese di continuare a operare. Occorre naturalmente impostare una strategia che colpisca gli evasori fiscali e non generi un clima di terrore, specie nei piccoli contribuenti.
Una prima strategia molto efficace è quella che prevede l’implementazione dei sistemi di pagamenti tracciabili, come quelli elettronici. Ecco dunque che una strategia può essere prevedere l’obbligo che determinate tipologie di transazioni vengano svolte solo con sistemi di pagamenti tracciabili o un controllo incrociato tra le dichiarazioni fiscali dei contribuenti e le transazioni bancarie effettuate. Anche incentivare i cittadini a utilizzare sistemi di pagamento visibili può contribuire ad alleggerire l’evasione fiscale. Si pensi, ad esempio, al pagamento di una fattura medica che se tracciata consente al paziente in Italia di avere una detrazione del 19% nella successiva dichiarazione dei redditi. E ancora, possono avere un impatto positivo sulle entrate del Fisco delle politiche di semplificazione dei pagamenti digitali o di riduzione (fino anche all’annullamento) delle commissioni bancarie per gli esercenti.
Infine, per contrastare l’evasione fiscale, uno Stato può sviluppare degli strumenti di recupero e condono che aiutino i contribuenti in errore a regolare la propria posizione debitoria. È il caso, ad esempio, del concordato preventivo lanciato in Italia dal governo di Giorgia Meloni che offre ai contribuenti morosi la possibilità di ricevere un trattamento vantaggioso per regolare i propri debiti fiscali maturati negli anni compresi tra il 2018 e il 2023.