Che fine farà Eurovita? Il rinvio dell’incontro al Ministero dell’Economia, che era previsto per il 20 aprile, per decidere come gestire il caso della compagnia assicurativa finita in amministrazione straordinaria a febbraio ha messo sul piede di guerra le associazioni dei consumatori.
Polizze, riscatti congelati
Anche perché i riscatti delle polizze sono congelati fino al 30 giugno. “La speranza diffusa tra chi si è rivolto a noi è che ci sia un intervento per far recuperare più o meno quanto investito, con una mossa successiva poi da parte degli intermediari istituzionali”, ha dichiarato Gianluca Di Ascenzo del Codacons.
Quanti sono i clienti coinvolti
“I 353mila clienti italiani sono coinvolti nella vicenda Eurovita che mette a rischio 15,3 miliardi di euro di fondi investiti attraverso le polizze collocate dalla società” ha aggiunto l’associazione in una nota.
Associazioni consumatori
“Una situazione delicatissima alla quale si sta tentando in queste ore di trovare una soluzione che possa garantire gli interessi degli investitori. Un percorso non semplice che potrebbe concludersi con danni economici per i soggetti che detengono le 413mila polizze a rischio”. Dall’Ivass, l’Autorità di vigilanza sul settore, fanno sapere di essere al lavoro per trovare una soluzione.
La soluzione spezzatino
“Nulla è cambiato. Il commissario sta continuando a lavorare insieme ai ministeri e all’Ivass, oltre che con le compagnie e le banche, per definire la soluzione più appropriata”.
Al momento, la strada più probabile per il salvataggio di Eurovita sembra essere quella di uno spezzatino: i cinque grandi gruppi assicurativi italiani (Generali, Intesa Vita, Unipol, Poste Vita ed Allianz) dovrebbero rilevare i contratti e il personale (250 dipendenti) mentre le banche collocatrici dei prodotti della compagnia interverranno solo marginalmente.
Banche e assicurazioni
L’accordo va raggiunto tra assicurazioni da un lato e banche dall’altro, sulla base di uno schema ormai condiviso, sul quale però ci sono una serie di dettagli da sistemare. Motivo per cui è stato necessario far slittare il vertice al ministero, convocato per lo scorso 20 aprile, alla prima settimana di maggio.
I soldi in ballo
Secondo il Sole 24 Ore, il piano di salvataggio prevede che le banche collocatrici saranno chiamate a garantire i riscatti (anche attraverso un bond convertibile di circa 1,2 miliardi). Ma l’aspetto tecnicamente più delicato è la redistribuzione dei rami d’azienda Eurovita, che andranno spacchettati, mentre il marchio della compagnia sparirà.
Le perdite possibili
I 350mila clienti delle banche collocatrici, una volta che l’Ivass toglierà il divieto di riscatto, non avranno problemi a liquidare il loro investimento. Il problema, però, è evitare riscatti massicci che potrebbero provocare pesanti perdite, dovute alle minusvalenze che emergerebbero nel caso in cui le compagnie, per rifondere i clienti, fossero costrette a vendere i titoli detenuti in portafoglio presenti nelle varie gestioni separate di Eurovita.
Pronta la class action
Tornando ai consumatori, mentre il Codacons si dice pronto a scendere in campo per avviare tutte le iniziative legali, compresa una class action contro banche, consulenti e intermediari che hanno collocato al pubblico le polizze, Federconsumatori chiede di agire tempestivamente. Serve, afferma Gianluca Tusceddu esponente dell’associazione, “un intervento di mercato o di ricapitalizzazione da parte della proprietà, anche se questa ultima è una ipotesi secondo noi molto remota”. “Chi ci ha contattato” aggiunge “è preoccupato perché teme di perdere l’investimento, l’idea è correre a riscattare le polizze appena possibile dopo il 30 giugno”. Finita in dissesto a causa dell’abbassamento del livello di liquidità e commissariata con il riscatto delle polizze congelato dal 6 febbraio, Eurovita è posseduta dal fondo Cinven.