Roma, 21 marzo 2024 – Sganciarsi dagli Stati Uniti e puntare il focus su “una nuova difesa europea”. E’ di questo che stanno discutendo i Paesi europei riuniti a Bruxelles. "Investire di più, meglio ed europeo”. Non a caso Ursola Von der Leyen usa queste parole. Ma per ora sul menù troviamo sia proposte messe nero su bianco che ipotesi fumose ancora tutte da esplorare. In ballo? Un cambio vero e proprio di paradigma: ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti – soprattutto in vista di un’eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca – parallelamente al rafforzamento dell’industria bellica all’interno dei confini continentali. Da sciogliere il nodo sulle modalità di finanziamento per realizzare l’autonomia militare europea. Giusto, perché tra i 27 è in corso uno scontro sulla possibilità di fare debito comune – attraverso i defense bond o bond (ovvero obbligazioni, titoli di credito emessi da società o enti pubblici) emessi per progetti comuni di un gruppo di Paesi membri – per sostenere gli investimenti nel settore della difesa.
Di seguito i punti sul tavolo dei leader europei riuniti a Bruxelles.
Fondi
Il primo piano di investimenti (Edip) stilato vale 1,5 miliardi di euro dal bilancio comune fino al 2027.
Eurobond
L'idea di un nuovo fondo comune da 100 miliardi di euro dedicato alla difesa e ispirato al Recovery fund e al programma Sure – avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla premier estone Kaja Kallas, con il sostegno del premier belga De Croo – divide i Ventisette nell'ormai classica spaccatura tra i frugali del Nord Europa e il fronte che chiede solidarietà.
Project bond
In caso di mancato accordo sui Defence bond, un passo intermedio sarebbe rappresentato da obbligazioni emesse da più Paesi membri per progetti industriali che si accomunano.
BEI
La Banca europea per gli investimenti rivedrà la sua politica di prestito per aumentare i fondi concessi alle attrezzature a duplice uso militare e civile come i droni.
Acquisti congiunti
La nuova strategia industriale (Edis) invita i Ventisette ad acquistare almeno il 40% degli armamenti in modo collaborativo entro il 2030. Un'inversione di marcia rispetto alla linea tenuta dopo l'invasione russa dell'Ucraina, con il 78% delle commesse distribuite fuori dai confini europei, il 63% delle quali negli Usa.
Commercio in Europa
Seguendo il principio del 'Buy European', il valore degli scambi commerciali di armamenti tra i Ventisette dovrà rappresentare almeno il 35% del valore dell'intero mercato continentale entro il 2030. Oggi la quota è del 15%.