Domenica 22 Dicembre 2024
BRUNO
Economia

Eurolandia, la ricetta contro i dazi di Trump

Villois Ancor prima di entrare ufficialmente in carica, Donald Trump, con i suoi annunci di una politica iperliberista - conservatrice...

Villois

Ancor prima di entrare ufficialmente in carica, Donald Trump, con i suoi annunci di una politica iperliberista - conservatrice in cui dominano i dazi, spaventa di più i suoi alleati occidentali in Europa, che i suoi possibili antagonisti, capitanati da Cina e India. Anche perché da tempo i Paesi emergenti stanno allargando la federazione commerciale BRICS, in alternativa concreta alla politica di scambi basata sul dollaro e sull’euro.

L’annuncio di dazi preoccupa molto Eurolandia, soprattutto Germania, Francia e Italia, tre Paesi per cui gli Usa sono nei primi posti come mercati per l’export (con import pari a meno della metà). C’è poi il problema della difesa e del ruolo della Nato: il vulcanico presidente miliardario vuole imporre ai partners europei di raddoppiare, o poco meno, i contributi finanziari, oltre a chiedere l’impegno degli eserciti europei a garanzia di una zona off-limits al confine ucraino-russo (nel caso si arrivi ad un cessate il fuoco).

Solo dopo l’insediamento ufficiale di Trump alla Casa Bianca si avrà una realistica definizione del suo progetto sui rapporti degli Usa con il resto del mondo, amici e nemici. Fino ad allora, il triplice filone dazi-Nato-confini rischia di impantanare in sterili controversie le due sponde dell’Atlantico. Invece, visti i ritardi comuni di modernizzazione pubblica e privata dei Paesi membri, a una Eurolandia unita converrebbe molto di più iniziare una fervida azione di convincimento dei colossi planetari americani ad insediarsi con propri headquarter nei territori continentali. Operazione che potrebbe trovare in Elon Musk un anticipatore di grande rilevanza, nel caso accettasse di insediare in Italia una produzione di Tesla o per la space-economy, o una giga factory per le sue batterie.