Domenica 22 Dicembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Cosa sono gli Etf e come funzionano: guida ai fondi indicizzati

Permettono di diversificare gli investimenti e creare un portafoglio di più asset per ammortizzare il rischio. La differenza tra gestione attiva e passiva, e tra fondi azionari e obbligazionari

E' possibile ammortizzare il rischio di investimento ricorrendo agli Eft

Roma, 11 gennaio 2024 – Un portafoglio d'investimento può essere composto da vari strumenti finanziari, più o meno rischiosi e redditizi, ma è essenziale la diversificazione. Un portfolio diversificato contiene una buona varietà di asset, tra loro il più possibile scorrelati, in modo da ammortizzare il rischio a cui il capitale totale è esposto. Diversificare tra più azioni e obbligazioni, oppure aggiungere materie prime e derivati al proprio portafoglio, tuttavia, richiede grande capitale, studio approfondito e attenzione costante. Per facilitare questo compito, si può ricorrere agli Exchange Traded Funds (ETF, in italiano: fondi indicizzati quotati in Borsa), strumenti che replicano fedelmente l’andamento di un indice con un pacchetto pronto di asset rappresentativi. Per essere esposti a diversi mercati è sufficiente acquistare gli Etf corrispondenti. Il valore degli Etf rispecchia ciò che contengono, riproducendo la performance complessiva degli asset compresi nell’indice di riferimento.

Investire su di essi è semplice: si acquistano e vendono quote di partecipazione al fondo, il cui prezzo base è determinato dalla media pesata dei valori dei singoli strumenti finanziari che lo compongono. Ma come si raccolgono i profitti da un Exchange Traded Fund? Semplice: periodicamente il fondo distribuisce i profitti tra i partecipanti in base alla quota posseduta da ognuno.

Gestione attiva e passiva

Questo è il funzionamento degli Etf più comuni, ossia quelli a gestione passiva. Ne esistono anche alcuni a gestione attiva, più recenti e meno diffusi. Questi fondi adottano strategie di investimento più complesse, che non si limitano a replicare un indice di riferimento, ma cercano di ottenere risultati migliori del benchmark e cioè di “battere il mercato”. Le migliori prestazioni deriverebbero dalla selezione di specifici titoli a partire dall’indice, poi venduti e comprati attivamente, al fine di anticipare o reagire ai cambiamenti del mercato e ottenere profitti maggiori. Per gestire questo tipo di Etf, però, bisogna essere dei professionisti.

Azionari e obbligazionari

Ci sono tantissime tipologie di Exchange Traded Fund a gestione passiva tra cui scegliere, a partire dagli Etf azionari, che si possono selezionare in base al settore di appartenenza, al Paese o alla zona geografica e allo stile di investimento, più o meno speculativo. Gli Etf obbligazionari, invece, replicano indici sulla base del rating, del tipo di bond, del settore o dell'intervallo di scadenza delle obbligazioni sottostanti (a 3 anni, 5, 10 e oltre). Infine, gli Etf sulle materie prime possono essere riferiti a metalli preziosi (oro argento e platino), a commodities energetiche oppure a prodotti agricoli (zucchero, caffè, grano, ma anche allevamenti). Riguardo ai proventi, gli azionari ed obbligazionari possono essere sia a distribuzione che ad accumulazione. Gli Etf a distribuzione restituiscono agli investitori i dividendi e le cedole maturate dalle società appartenenti all’indice. Quelli ad accumulazione, invece, reinvestono il capitale generato, per questo sono anche chiamati Etf ad interesse composto.

Replica completa o ottimizzata

Qualsiasi tipo di Etf a gestione passiva ha un preciso tipo di replica dell’indice: quelli a replica completa considerano tutti i titoli che compongono il benchmark, riproducendo esattamente l’andamento dell’indice. Quelli a replica ottimizzata, invece, sono composti solo dalle principali società del benchmark, quindi la replica dell’andamento non è altrettanto accurata. Per scegliere si possono considerare i costi di gestione: la replica ottimizzata ha prezzi inferiori, perché gestisce un numero minore di titoli.

Etf fisici e sintetici 

Si può distinguere poi tra Etf fisico e sintetico: le aziende che emettono il primo tipo detengono realmente i titoli appartenenti all’indice di riferimento. I fondi degli ETF sintetici, invece, sono composti da strumenti derivati che replicano il benchmark, stipulando contratti con altri istituti finanziari e banche. Questo espone l’Etf al rischio di controparte, perché gli emittenti dei derivati potrebbero non rispettare il contratto, ma sono casi estremi. In generale, infatti, agli investitori in Exchange Traded Fund è garantita la restituzione del capitale.