Roma, 10 ottobre 2023 - "Siamo in presenza non solo dell'incertezza derivante dalla guerra in Ucraina, ma di un ulteriore elemento di incertezza, che è il conflitto israelo-palestinese di queste ore, che e se possibile potrebbe produrre effetti ancor più squilibranti della guerra in Ucraina". Queste le parole pronunciate dal presidente del Cnel, Renato Brunetta, in audizione sulla Nadef, in relazione alla possibili ripercussioni che il conflitto in Medio Oriente sta determinando per l'economia italiana. Ripercussioni sul prezzo delle materie prime e dell’energia in particolare, mentre lo spread Btp-Bund schizza fino a 208 punti base. La reazione dei mercati, infatti, è già arrivata: il costo del prezzo del gas è balzato oltre 40 euro. Ad Amsterdam ha toccato quota 41,40 euro al megawattora (+8,3%). Non va meglio per quanto riguarda il prezzo del greggio: il Brent è di 87,42 dollari per barile, in aumento del 3,35% e il Wti tocca quota 85,60 dollari per barile (+3,50).
"Il conflitto israelo palestinese - ha aggiunto l'ex ministro del governo Draghi - rischia di produrre squilibri soprattutto sul piano energetico ben superiori a quelli dovuti dal nord dell'Europa: il quadrante mediorientale da questo punto vista è molto più sensibile e potenzialmente squilibrante del quadrante del nord".
Italia partner commerciale privilegiato
Va considerato, inoltre, che l'Italia è uno dei principali partner commerciali dello stato di Israele oltre ad essere considerata un alleato strategico in campo industriale, data la limitata dimensione dell'industria israeliana.
Gli scambi commerciali
Per ciò che riguarda gli scambi commerciali, l'Export italiano in Israele nel periodo gennaio-giugno 2023 è valso 1.794,8 milioni di euro secondo le elaborazioni dell'Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. Mentre l'import ha segnato 576,7 milioni di euro. Settore trainante per il nostro Paese in Israele è quello delle infrastrutture (costruzioni, fornitura acqua, reti fognarie, rifiuti), così come quello dell'export agroalimentare e dei macchinari (questi ultimi rappresentano il 30% delle nostre esportazioni in Israele, secondo l'Osservatorio economico del Mef). Ma è proprio la cooperazione nel settore dell’energia che molte grandi compagnie italiane hanno nel mirino. La scoperta dei giacimenti di gas off-shore a partire dal 2009 ha rappresentato una vera rivoluzione per il settore energetico israeliano ponendo nuove sfide e opportunità come il progetto di gasdotto EastMed, che collegherebbe i giacimenti israeliani e ciprioti alla Grecia e poi all'Italia. Il mercato israeliano, dal canto suo, nonostante le piccole dimensioni, si conferma di interesse strategico per l'Italia. Israele è, infatti, uno dei leader mondiali dell'high-tech (sicurezza informatica, difesa, biomedicali, irrigazione ed energie rinnovabili) ed il primo Paese al mondo per numero di start-up per abitante.
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