Domenica 3 Novembre 2024

L’eredità di Alain Delon, un patrimonio immenso tra immobili e opere d’arte. Il testamento e la figlia prediletta

Non solo leggenda del cinema, l’attore era anche un intraprendente uomo d’affari, amante dell’arte e del lusso. Negli ultimi anni ha venduto all’asta alcuni beni a prezzi record

Roma, 18 agosto 2024 – Mito del cinema, icona di stile e di bellezza maschile, testimonial per prestigiosi marchi, produttore cinematografico, ideatore di brand di lusso ma anche collezionista raffinato di oggetti e beni di valore: dai quadri ai vini. Personalità tanto poliedrica quanto intraprendente quella di Alain Delon, scomparso oggi a 88 anni. Il lato meno noto del divo ribelle e amato dalle donne, è quello di un uomo d'affari che negli anni ha saputo capitalizzare la sua immagine di star al punto da accumulare un ingente patrimonio, il cui ammontare, alla sua morte, resta un segreto ben custodito. Per avere un’idea dell’immenso tesoro di Delon, basti pensare che da circa 15 anni, l'attore vendeva regolarmente all'asta le sue collezioni d'arte, automobili e vini pregiati. "Preferisco lasciare i soldi ai miei figli", aveva spiegato nel 2017, dicendo che odiava le "vendite postume".

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La guerra tra gli eredi e la figlia prediletta

Ma quanti soldi ha lasciato Alain Delon ai suoi tre figli, Anthony (avuto dall'attrice Nathalie Delon), Anouchka e Alain-Fabien (avuti dalla modella olandese Rosalie van Breeme)? Delon non ha mai riconosciuto il figlio, Christian Aaron Boulogne, nato da una storia con la cantante Nico. Di certo il patrimonio Delon conta parecchi zeri, considerato che nel 2000 l’attore ha ottenuto la cittadinanza Svizzera, paese noto per il suo sistema fiscale vantaggioso. Nel suo ultimo anno di vita, la guerra tra gli eredi, che si confrontavano tramite avvocati sulle cure mediche del padre, diede luogo ad una grande risonanza mediatica.

Cinque film cult con Delon

Negli ultimi tre anni l’attore è stato coinvolto anche nella tempesta mediatica per le dispute tra i suoi tre figli, nati da due mogli diverse: da una parte Anouska, la seconda dei tre figli, e dall'altra il maggiore, Anthony, e il minore, Alain-Fabien. La figlia tra l'altro voleva trasferire il padre in Svizzera, dove ha stabilito la sua residenza, e i due figli maschi, che volevano che rimanesse nella villa che si è fatto costruire nella zona di Montargis. Secondo Anthony, la sorellastra intendeva pagare meno tasse sulla futura eredità a causa della differenza fiscale tra la Francia e la Svizzera. I figli hanno sempre sostenuto in pubblico che non ci sarebbero differenze tra loro per quanto riguardava l'eredità, dopo che Alain Delon aveva fatto il testamento alcuni anni fa, anche se con una distribuzione diseguale, metà alla figlia e il resto in parti uguali per i due figli.

Dal cinema al mito

Nel corso di una carriera costellata di successi, Delon ha comunque accumulato un notevole patrimonio, soprattutto perché è stato anche produttore di una trentina di film, tra cui "Borsalino" e "Monsieur Klein". Delon era anche un uomo d'affari, possedeva una scuderia di cavalli da corsa e negli anni è riuscito a far crescere il suo marchio e la sua immagine. La sua società di distribuzione di prodotti di lusso, creata nel 1978, fu un successo, vendendo sigarette, alcol e profumi in Asia con il suo nome. Dal 2009, Dior ha utilizzato le sue foto negli anni '60 per la pubblicità del suo profumo Eau Sauvage.

Il patrimonio immobiliare

Il mistero è ancora più fitto sul suo patrimonio immobiliare. Di certo possedeva da più di mezzo secolo la tenuta di Douchy, dove è morto, e una proprietà vicino Ginevra. Conservando poi le dipendenze di un antico castello bruciato, Delon, allora in una relazione con l'attrice Mireille Darc, creò un lago sul sito del castello, nel mezzo di un gigantesco parco di diverse decine di ettari circondato da alte mura.

Amante dell’arte e del lusso

Amante dell'arte, Delon collezionava bronzi di animali dello scultore Rembrandt Bugatti, grandi vini (Chateau Latour, Cheval Blanc, Chateau Lafite, ecc.), orologi e automobili di lusso. Aveva iniziato ad acquistare disegni negli anni '60. Le vendite avvenute prima della sua morte danno un'idea della sua ricchezza.

Le aste record 

L'ultima grande vendita, l'estate scorsa a Parigi, ha fruttato più di otto milioni di euro comprese le commissioni. Tra le opere, un dipinto di Raoul Dufy, venduto per esattamente 1.016.400 euro, oppure un Euge'ne Delacroix. Quindici anni prima, una prima vendita della sua collezione di dipinti, una quarantina di quadri degli anni Cinquanta –  tra cui opere di Hartung, Alechinsky, Dubuffet, Zao Wou-Ki – aveva battuto diversi record mondiali e fruttato quasi nove milioni di euro. Delon era anche un grande collezionista di armi. Ma una parte del suo arsenale, vale a dire 72 armi, in particolare della categoria A (alcune armi da fuoco e materiale bellico) e della categoria B (utilizzate per il tiro sportivo e in caso di rischio professionale), nonché più di 3.000 munizioni, detenute a Douchy senza autorizzazione o dichiarazione, era stata scoperta e sequestrata a febbraio scorso.