Torino, 14 febbraio 2024 – Esprime massima "fiducia nel lavoro degli inquirenti" il pool di avvocati che difende John Elkann, tirato in ballo da un esposto della madre Margherita a proposito dell'eredità di Gianni Agnelli. Allo stesso tempo però sottolinea che la “violazione fiscale” ipotizzata sia "del tutto insussistente". Gli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, in una nota, osservano che Margherita Agnelli "perseguita da più di 20 anni e in tutte le sedi giudiziarie, facendo anche ampia pubblicità sulla stampa, i suoi genitori e 3 dei suoi figli", ma che finora le sue iniziative "non hanno avuto riconoscimento in alcuna sede giurisdizionale, sia essa penale o civile".
L'esposto, di cui non si conosce ancora l'esatto contenuto, "è l'ultimo di una lunga serie di iniziative giudiziarie – osservano i legali – che Margherita Agnelli ha esercitato da ormai venti anni in Italia e all'estero. Tutte queste iniziative hanno lo scopo di disconoscere sia le chiare volontà dell'avvocato Giovanni Agnelli prima e di Donna Marella Caracciolo dopo sia, addirittura, gli stessi accordi sottoscritti dalla medesima Margherita Agnelli con la madre Marella nel 2004, accordi che le hanno permesso di beneficiare di un ingente patrimonio a valere sull'eredità del padre". "L'assunzione della qualità di indagato ha dunque ben scarso significato ed anche dal punto di vista tecnico non costituisce neppure un carico pendente. Ben più importante è la certezza di essersi comportati correttamente ed avere la consapevolezza di non aver mai alterato i fatti in riferimento alla residenza di Donna Marella”, dicono gli avvocati Siniscalchi, Cecconi ricordando come la nonna del loro assistito “risiedeva abitualmente all'estero sin dagli anni Settanta ed ha mantenuto le sue abitudini di vita inalterate anche dopo essere rimasta vedova". Cosa nota, sottolineano, “anche a Margherita Agnelli e a i suoi legali che per anni, in tutti gli atti giudiziari, anche dopo la scomparsa di Donna Marella, hanno sempre indicato e confermato che era domiciliata in Svizzera”.
"È utile sottolineare – proseguono – che Margherita Agnelli, ritenendo evidentemente critica e incerta la sorte delle attività imprenditoriali di suo figlio e della sua famiglia d'origine, ha deciso nel 2004 di monetizzare la sua parte, salvo poi cercare paradossalmente di beneficiare di un accrescimento patrimoniale ulteriore derivante dal successo del piano di rilancio della Fiat, al quale non ha contribuito in alcun modo, ma di cui, come madre, dovrebbe gioire ed essere orgogliosa essendone stato il figlio l'artefice principale".