Roma, 19 dicembre 2024 – I prossimi 10 anni segneranno in Italia un passaggio enorme di ricchezze, complice l’allungamento della vita e le risorse accumulate in epoche più propizie e contrassegnate da una diversa concezione del risparmio.
In un contesto economico in cui si fa fatica a risparmiare, e le nuove generazioni non hanno questo tema fra le proprie priorità, arriva dunque un'iniezione di liquidità e ricchezza che, stando alla diversa mentalità dei futuri proprietari, verrà probabilmente immessa nel circuito economico e non più accumulata o investita in beni rifugio.
Lo studio di Aipb
Secondo uno studio condotto da Aipb, l’Associazione italiana Private Banking, nei prossimi 10 anni in eredità verranno passati di mano ben 300 miliardi di euro. Già nei prossimi 5 anni sono stati stimati circa 180 miliardi di euro di eredità, e questo senza contare le famiglie che non si avvalgono del servizio di private banking, che riguarda solo famiglie con una ricchezza superiore ai 500mila euro. Queste famiglie hanno in mano il 32% del patrimonio complessivo, il che sottolinea ancora di più la sperequazione esistente in Italia nella distribuzione delle risorse. Stando ai dati forniti da Aipb e Prometeia, la ricchezza finanziaria investibile degli italiani è di circa 3500 miliardi di euro.
I nuovi ricchi, cioè i giovani che erediteranno tali somme, sono molto più attenti rispetto ai genitori sull’impatto che gli investimenti hanno sull’ambiente e le loro ripercussioni sociali. Un altro aspetto che viene fuori dallo studio è che il 69% dei clienti fra i 65 e i 74 anni, e il 58% dei clienti over 74, non coinvolge i figli nella gestione patrimoniale.
Alcune strategie per trasferire i beni
Alcuni esperti, in tema di trasferimento di beni, consigliano ai propri clienti di applicare delle strategie per ridurre l’impatto delle tasse su tali trasferimenti. Ad esempio, applicando la regola del 40-70. Darius Muica, senior wealth advisor di Lakeview Wealth Management, in una nota sottolinea l’importanza di tale regola cioè di decidere quando l’erede ha 40 anni e il padre 70, dialogando, applicando strategie anche attraverso la consulenza di professionisti, individuando già la soluzione migliore sia per ridurre le imposte, sia per evitare attriti e cause legali fra gli eredi. Fra le possibilità per evitare le imposte di successione, vi sono ad esempio le donazioni fatte in vita, o l’uso di trust o di società in accomandita familiare per proteggere i beni, oppure ancora cointestare strumenti finanziari agli eredi, affinché gli eventuali rendimenti possano già essere suddivisi in parti prestabilite. Anche le valutazioni di periti indipendenti, sui reali valori di immobili, possono essere utili per ripartire in quote uguali fra i legittimi eredi, le proprietà dei genitori, e arrivare alla minore tassazione possibile e alla più equa ripartizione dei beni.
L’imposta di successione in Italia e in Europa
Per quanto riguarda l’imposta di successione, la situazione in Italia è comunque più rosea che in altri Paesi. In Italia infatti, si applica l’aliquota del 4% se i beni sono devoluti al coniuge e ai parenti in linea retta, con una franchigia di 1 milione di euro per beneficiario. L’aliquota sale al 6% se eredità un fratello o una sorella, con 100mila euro di franchigia, e sempre 6% ma senza franchigia se i beni vanno a parenti fino al quarto grado e affini. Nel caso di immobili, l’imposta ipotecaria è del 2% e quella catastale dell’1%. In Spagna, invece, non vi è la franchigia di un milione di euro, dunque un figlio pagherebbe su un milione ereditato da un genitore, ben 265mila euro di imposte, nel Regno Unito si pagherebbero, ovviamente in sterline, imposte che al cambio ammontano a circa 250mila euro, in Francia 215mila euro e in Germania 75mila euro. Il rapporto imposta di successione/Pil, in Italia è pari allo 0,05%, mentre in Belgio è dello 0,72% e in Francia dello 0,74%.