Giovedì 21 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Economia

Equitalia, scandalo cartelle gonfiate. "Nel calderone i debiti già saldati"

Accorpati vecchi tributi: così salgono interessi e guadagni per l'ente

Cartelle di Equitalia (foto Newpress)

Cartelle di Equitalia (foto Newpress)

Roma, 18 ottobre 2015 - SUCCEDE che una mattina il postino ti recapita l’ennesima cartella di Equitalia. Ma non è come tutte le altre. È diversa. È un’unica, lunga teoria di vecchie cartelle, alcune risalenti al 2003-2004, altre più recenti che arrivano fino al 2012. Sono, quindi, per lo più scadute, altre pagate, altre rateizzate. Insomma, quella cartella non dovrebbe esistere. Semplicemente perché quei debiti sono stati tutti saldati. Ma allora, perché è qui?

Siamo portati a pensare che siano sempre i contribuenti a essere morosi o, peggio, evasori. E che se Equitalia manda una cartella, un motivo c’è. Mai pensato che, invece, Equitalia possa ‘provarci’? Si dovrebbe, ogni tanto, con la cautela del caso. Questo è uno di quelli. Perché da qualche mese, nelle case degli italiani sono arrivate fiumi di cartelle come questa, giunte a distanza di anni, con importi corposi e frutto di assemblaggi dei più svariati tributi. Perché? Perché così Equitalia accresce gli interessi e quindi il guadagno.

NON SOLO. Nel 2015 è stato varato un condono per le cartelle di Equitalia inferiori ai 300 euro, non saldate a partire dal 2000. A spanne, le cartelle ‘da rottamare’ ammontavano a circa il 70% di quelle in mano a Equitalia, per lo più riguardanti piccole multe o il canone Rai. Un’enorme quota di guadagno perso per Equitalia? Macché. Ecco inventato il gioco dell’assemblaggio. Così tutte le cartelle risultano superiori ai 300 euro e, quindi, si aumenta anche l’aggio e l’interesse bypassando il condono. Una genialata.

Che, però, la Corte di Cassazione ha smontato. Perché non è possibile che le cartelle Equitalia non si estinguano mai sulla base del presupposto, caro all’ente di riscossione, che un debito può essere esigibile all’infinito. No, ha detto la Cassazione: «Perché altrimenti il tasso di interesse arriverebbe a divorare il capitale, inteso come reddito, del contribuente".

Le associazioni dei consumatori sono scese sul piede di guerra "per combattere ancora quella ferocissima campagna anti-evasione che ha avuto un solo nemico nel mirino dello Stato esattore: il piccolo. Imprenditore, commerciante, pensionato e lavoratore dipendente – sostiene Federconsumatori –. Ora la legge dice che il conto alla rovescia non parte più dall’emissione della cartella ma dalla notifica. Perché Equitalia non tiene conto della legge ma continua a intimidire il contribuente?". Già, perché? "Il problema è un altro – ancora Federconsumatori –, un debito potrebbe essere eterno se non subisse incrementi, come la mora e gli interessi, perché prima o poi un contribuente potrebbe riuscire a estinguerlo senza finire sul lastrico o vedersi portar via ogni cosa".